SBK 2016: I MOTORI SI ACCENDONO

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Con ancora negli occhi la vittoria del mondiale di Rea eccoci arrivati alla vigilia del mondiale Sbk 2016 ( i semafori si accenderanno in Australia venerdì 26 febbraio). I primi test spagnoli si sono conclusi ed i meccanici e gli ingegneri delle squadre sono al lavoro per offrire, ai loro piloti, il miglior mezzo possibile.

Chi parte avvantaggiato?

Certamente ci sono due squadre che sin da ora possono già puntare in alto: il Kawasaki racing team e il Ducati Aruba team. Rea è il campione in carica e la sua è la moto top della categoria, infatti le Kawasaki sono le moto più presenti in griglia. Certamente la sua posizione quest’anno è diversa: riconfermarsi è sempre più difficle rispetto al vincere il mondiale ed il primo avversario da battere è proprio il suo compagno di team Sykes. Ducati e Davies sono cresciuti tantissimo nella seconda metà del campionato 2015 e per la nuova stagione saranno pronti a lottare gara dopo gara con le verdi giapponesi. Davide Giuliano si è rimesso in forma e speriamo che il 2016 possa essere veramente il suo anno di consacrazione, la moto c’è.

Vittorie di tappa.

Non sono poche le moto che potrebbero affermarsi lungo i diversi round del mondiale.In primo luogo le nuove R1 della Yamaha che tornano nel mondiale attraverso il team Pata, i piloti saranno Guintolì e Alex Lowes. Althea rompe con la tradizione Ducati e sceglie  BMW, il team vanta un’organizzazione interna da mondiale e schiererà i piloti:  Jordi Torres e Reiterberger. Lo spagnolo deve dimostrare di aver imparato la lezione del 2015 ed essere più costante e trovare il feeling con la S1000 RR. Il tedesco, invece, è alla prova del nove e si dovrà misurare con i piloti da mondiale. Mamma Honda si conferma sempre la moto più longeva in griglia e si spera che la casa dell’ala dorata non lasci solo nelle mani di Ten Kate le sorti del CBR , ma che travasi un po’ delle evoluzioni portate alla 8 ore di Suzuka. Per questa stagione il team si presenta con due piloti fortissimi: Van Der Mark e Nicky Hayden direttamente dalla MotoGp. L’olandese lo conosciamo: è guerriero spettacolare che si affermerà sicuramente. Hayden ha passato, purtroppo, troppi anni in MotoGp facendo solo numero in griglia, il salto poteva avvenire subito dopo la fine dell’avventura in Ducati, assicurandosi un posto in testa al mondiale SBK. Nicky è un talento che non si è mai espresso al massimo, sicuramente ci saranno le possibilità per affermarsi, magari nelle piste in comune col motomondiale. Capitolo Aprilia. Per fortuna che c’è Sandi, senza di lui non avremmo avuto le bellissime e velocissime RSV4 in griglia e sarebbe stato un peccato la loro assenza per due motivi: primo, lasciare in un magazzino una delle moto più vincenti della recente storia della SBK sarebbe stato un oltraggio al motociclismo; secondo, Lorenzo Savadori merita la chance di giocarsi le proprie carte in SBK. Lorenzo, a parer mio, è il miglior astro nascente italiano di categoria e quindi potersi confrontare nella categoria regina è un ottimo banco di prova per lui. Ioda, il team che porterà in gara la moto, potrà sfruttare a suo vantaggio la gavetta in MotoGP e quindi speriamo che le moto venete siano competitive per la vittoria.

E gli altri?

Potrebbe essere l’anno del rilancio per alcuni piloti come ad esempio Karel Abraham. Il pilotino ceco non è mai stato competitivo in MotoGp e anche questo cambio di categoria non sarà facile per lui. Nuovo anche il suo team: Milwaukee BMW direttamente dal BSB inglese, pericoloso per Abraham il suo compagno di squadra Brookes, veterano di categoria nel campionato inglese, ma lì si corre con un regolamento tecnico più restrittivo. Sylvain Barrier, in questi anni, è passato da essere il campione della Stock 1000 nel 2013 ad essere un pilota arrendevole incosistente e senza una sella fissa. Spero vivamente che il pilota francese ritorni a far mostra del vero sè e quindi ad imporsi costantemente nella top ten del mondiale. Il Barni team offre a Fores l’opportunità di gareggiare per tutto un campionato e vedremo quanto di buono riuscirà a fare lo spagnolo. A sorpresa, troviamo in griglia Fabio Menghi, tanti anni in supersport. Stava per appendere il casco al chiodo alla fine del 2015 e si stava rivendendo come ingegnere -quale è- poi a sorpresa è arrivata la Ducati panigale del team VTF e poichè Fabio ha sempre palesato il suo voler correre su moto più “grandi” vedremo cosa saprà fare.

Le gare?

Il 2016 sarà una svolta epocale per la SBK perchè non ci saranno più le due gara alla domenica ma, una al sabato e una alla domenica. Questo permetterà a meccanici e piloti di avere una vita più tranquilla, ma il bello della SBK era quello di avere immediatamente l’opportunità di riprovarci, di avere immediatamente la seconda opportunità. Vedremo cosa succederà, spero che le circostanze future faranno si che la Dorna torni alle abitudini del recente passato.

Photo by wsbk.com

SUPERSTOCK 1000: TAMBURINI VINCE, OTTIMA YAMAHA.

SUPERSTOCK SAVADORI 2015
Le gare della Superstock 1000 sono un concentrato di potenza, adrenalina e tecnologia che purtroppo dura troppo poco: solo 13 giri per la prima di Aragon. Yamaha, Aprilia, BMW, Kawasaki e Ducati sono le moto che si sfidano sul ring d’asfalto. Luca Savadori su Aprilia, Tamburini con la BMW e l’ex pilota BMW SBK Sylvain Barrier con la nuovissima Yamaha R1 formano la prima fila di una griglia affollatissima.

Alla prima curva ben cinque piloti vanno giù, Savadori si mette davanti a tutti; Luca ha una guida molto fisica e con i suoi movimenti sulla moto sembrano non lasciare possibilità di sorpasso agli altri. Tamburini insegue Savadori con Coghlan e Staring in scia. Coghlan tenta il sorpasso in inserimento su Tamburini, ma l’italiano difende la posizione. Nel frattempo c’è una Ducati (Althea) che brucia il cronometro, quella di De Rosa, che gira ben un secondo più veloce dei piloti di testa. A sette giri dalla fine infatti è a ridosso di Staring, passandolo in staccata e puntando cosi alle posizioni da podio. A quattro dalla fine i primi quattro piloti sono racchiusi in 4 decimi. Oramai le gomme sono allo stremo, ma Tamburini segna il giro più veloce in 1’53”134, nessuno però ha ancora messo a segno il sorpasso decisivo. Ultimo giro, Savadori e Tamburini si giocano la vittoria, arrivano all’ultima curva: staccata infernale di Tamburini che passa dentro, Savadori resiste alla manovra mantenendo una traiettoria esterna, ma non quella ideale perciò Tamburini è più veloce ed arriva primo sotto la bandiera a scacchi. Terzo Coghlan con una fantastica R1, praticamente di serie: prima gara e già podio per la neonata della casa di Iwata, ottime premesse. Domenica ad Assen un’altra sfida di Superstock ci attende, lo spettacolo è garantito.