CIAO NICKY

Moto, Gran Premio del Giappone: sessione di prove libere al circuito di Motegi

Pensare che durante il round di Imola uno dei miei pensieri è stato: – Ma perchè a Nicky non gli danno una moto competitiva, speriamo che l’anno prossimo Honda gli dia una moto decente – . Poi, così all’improvviso, la notizia. Un’auto travolge Hayden mentre era sulla sua bici vicino Misano. Ho avuto subito paura. I bollettini tutti uguali e poi oggi la notizia più triste. La tua gara, la più importante, ti ha portato lontano da noi. Io che non vedevo l’ora di rivederti a Misano in occasione della SBK. Ti sarò sincero Nicky, non ho pianto come per Marco, troppo forte vederlo in presa diretta e sapere della sua morte nel giro di poche ore, ma questo non vuol dire che il dolore e lo stato d’animo non siano lo stesso dilanianti e tristi. La voce ricorrente di questi giorni era di come possa essere strano il destino: corse al limite per tutta la vita e poi morire per un incidente in bici. Non voglio star qui a scrivere di quanto gli automobilisti siano ciechi a ciclisti e motociclisti e che per quanto la tecnologia vada avanti,  le protezioni per i ciclisti forse non sono effettivamente sufficienti per garantire incolumità agli utenti dei pedali.  Voglio solo dirti di quanto sia stato fortunato a rubare quel selfie con te dopo la gara 1 di Misano 2016 e che nonostante non fosse stata una gara da ricordare tu sia stato disponibile e sorridente. Poi, Nicky, chi non avrebbe voluto essere per un giorno come te? essere un pilota di talento e vincente, con quell’espressione da furbo buono che fa sciogliere le ragazze, fare incetta di ombrelline. Si almeno un weekend da Nicky Hayden, io, lo avrei passato.                                                                                                                 Sicuramente non hai avuto sempre le moto migliori tra le mani negli ultimi anni: la peggior Ducati, la Honda Aspar  e la Honda Ten Kate SBK, ma senza dubbio il cuore che ci mettevi era evidente. Ricordo lo scrontro per un forse decimo posto a Indianapoli in MotoGP facendo a sportellate con Dovi , oppure il primo podio e poi la vittoria in Malesia con la SBK e come dimenticare quando ti trasformavi nel mostro della Laguna con la Honda Repsol. Certo da italiano, il mondiale 2006, ogni tanto brucia, però la tua espressione di gioia e sofferenza allo stesso tempo, il vederti girare senza casco con la tua bandiera, col viso pieno di lacrime… come fare a volerti male, no Nicky, il campione del mondo lì eri tu!

E adesso dove vedremo quel bellissimo sessantanove stellato? si, su maglie, bandiere e ricordi a te dedicati ma non nel posto dove più gli compete: la pista. L’ultimo americano campione del mondo di una scuola che al momento è scomparsa dopo i fenomeni degli anni ’90.  Chissà qual’è stato il tuo primo pensiero di quel 17 maggio, e chissà se prima di inforcare la bici hai avuto quel minimo sentore di non farlo e non allenarti con lei quel giorno. Ma sopratutto spero che tu abbia avuto il modo di pensare alle persone che più ti amano e che ora non potranno più godere del tuo sorriso e da tuo modo di fare da vero Yankee. Ti mando l’abbraccio più sincero e fraterno possibile. Certo che lassù tra te ed il Sic di gas ne date a palate ! Addio Nicky, e come Gabriella scrive: RIP, Return If Possible.

PHOTO BY: sportfair.com

SBK: IMOLA NEL SEGNO DI DAVIES

chaz davies

Imola è una pista strana: sede sdradale stretta, circuito dentro la città ma non cittadino e tra tutte le gare disputate dal mondiale SBK se ne ricorda sempre una del 2002 con Bayliss e Edwards. L’autodromo Enzo e Dino Ferrari è un cicuito tecnico, uno di quelli che se sbagli la prima frenata l’errore te lo porti dietro per tutto il settore. E’ una pista che fa selezione. I sali scendi e le curve cieche che ti fanno vivere ogni giro col cuore a mille. Questo cuore Chaz Davies l’ha fatto battere a tutti i tifosi ducatisti durante weekend di gare, cinquanta punti, bottino pieno. Una  doppietta  indiscutibile arrivo per distacco in solitaria in entrambe le occasioni. Sabato il tracciato si è presentato soleggiato mentre Domenica, la copertura nuvolosa, lo ha reso nettamente più freddo ma questo non ha fatto differenza per Chaz regalando grandi giornate di vittorie alla Ducati.

Jonathan Rea arriva deluso a podio, due secondi posti per lui, sicuramente non può recriminare per il risultato, ma ciò che lo turba è sicuramente vedere Chaz così forte e, nonostante il vantaggio in classifica, sa che non può mai sbagliare e proprio questa pressione lo porta a fare errori: fuoripista in gara uno, lunghi in frenata e noie col cambio in gara due. Questa condotta di gara non gli ha permesso di avvicinarsi a Davies e Sykes è rimasto al lungo nella sua scia anche se non si fatto mai passare da Tom.

Giuliano ha concluso gara due con un buon quarto posto che fa morale anche se il distacco dal suo compagno di team, più di dieci secondi, non lo fanno dormire sonni tranquilli. Dai suoi risultati dipenderà il suo futuro in squadra.

Aprilia ha trovato in Savadori un grande pilota ed una giovane promessa, no che i suoi risultati nella Stock lasciassero dubbi, ma tra i grandi, si comporta sempre meglio. In gara due è partito arrembante è rimasto quarto per tutta la prima parte di gara, prima che la sua moto distruggesse le gomme sino a farlo retrocedere in undicesima posizione. chi ha fatto una gara al contrario di Savadori è stato Jordi Torres nelle prime fasi di gara rimane dietro e lotta con il suo comapgno di team e Hayden, ma il suo passo è come quello dei migliori, termina la gara in settima posizione. Le Bmw del team Althea stanno facendo veramente bene. Un altra azienda che, nonostante la crisi aziendale sta facendo crescendo, è la MV Agusta che ha trovato in Leon Camier un grande pilota che sa indirizzare la crescita della moto e che diventa di gara in gara sempre più consistente: quinto posto dietro Giuliano in gara due.

Nota di merito per Vizziello chiamato all’ultimo secondo dal team Kawasaki GoEleven. Arriva dopo un viaggio di settecento km in circuito e per solo 3 decimi oltre il tempo limite di qualifica non viene ammesso a gara uno, cosa altamente ingiusta secondo me, ed è secondo nel warm up di gara due. Partecipa a gara due e purtroppo cade alla variante prima del rettilineo, la sua gara dura solo quattro giri. Peccato, tanta fatica per nulla, ma l’importante era esserci.

 

SBK: ASSEN REA FA DOPPIETTA E VOLA NEL MONDIALE

rea assen

Assen è l’Università del motociclismo e, come ogni buona università, il suo docente di maggior prestigio in questo weekend di gare ha dispensato lezioni a tutti. Jonathan Rea si dimostra un pilota di un’intelligenza sopraffina ed è tatticamente sempre perfetto.

Le due gare olandesi si sono svolte in un contesto completamente diverso. Sabato il meteo è stato stabile e ha garantito una gara fredda e asciutta la domenica, invece, è mancata solo la neve per completare il ventaglio di condizioni atmosferiche presenti. I due podi che si sono avvicendati nei due giorni hanno visto protagonisti diversi a ruotare attorno al campione del mondo in carica, l’unico a ripetersi nelle due gare. Eppure in entrambe le gare Rea non è stato perfetto ha sbagliato diverse volte, sopratutto in gara uno arrivando lungo alla prima staccata e facendosi infilare da Davies  e Van der Mark. Non tirando da subito ha conservato le gomme quel tanto che è bastato per recuperare, superare e battere Davies. In gara due Rea, ed anche Sykes, hanno azzeccato il tempismo giusto per cambiare le gomme, montando le slick, per poi piazzarsi davanti a tutti e giocarsela. Anche in questo caso Rea ha fatto valere la sua leadership e si è aggiudicato il bottino pieno di questo round.

Il vincitore del popolo di questo round è il beneamino di casa: Michael Van der Mark. La sua guida generosa spinge ogni appassionato a volergli bene: è aggressivo, guida sopra i problemi, strapazza la moto, fa traiettorie tutte sue e se cade vuol dire che stava andando al 150% del suo potenziale. Quest’anno la moto è migliorata, ma su qualcosa deve migliorare, vedi capitolo stabilità. Dove le Kawasaki e Ducati sono dei treni su binari la sua è una trottola, ma non per questo Michael si tira indietro. Peccato per la scivolata in gara uno mentre si giocava il podio, ottimo terzo posto in gara due per farsi applaudire dalla sua gente. Rimanendo in casa Honda, ottima prestazione di Nicky Hayden che agguanta un podio ed un buon piazzamento in queste gare. Non è ancora a suo agio, ma presto sarà sempre in lotta lì davanti.

Il grande battuto. Tom Sykes subisce un’altro KO dal compagno di box. Una caduta in staccata alla S finale della pista in gara uno ed un doppiato in traiettoria a due giri dalla fine in gara due, lasciano l’amaro in bocca all’inglese. In gara due stava girando su ottimi tempi a meno di un secondo da Rea, prima che Jonny desse lo strappo finale. Il morale di Tom non deve avere il morale alle stelle e nel team l’aria si è fatta pesante. Tornare in Yamaha? potrebbe essere un’idea.

Ducati a tre faccie: Davies sempre arrembante e concreto, gara uno sembrava la replica di Aragon, prima che la gomma anteriore si consumasse costringendolo a gareggiare sulla difensiva. Domenica l’acqua non ha compromesso la prestazione delle rosse aggiungendo ai due ufficiali una grande prestazione di Fores, secondo in alcuni tratti di gara due, ma causa un pit stop troppo ritardato Davies perde l’opportunità di rimanere sul podio. Giuliano è sempre un pilota enigmatico, veloce in qualifica, ma in gara si perde, quando non ha problemi tecnici che lo fermano, lui comunque non riesce ad esprimersi come vuole. La bravura del pilota non si discute, ma bisogna lavorare di più sul setting ideale che garantiscano una resa di gara soddisfacente.

Yamaha: tanto veloce in qualifica quanto impalpabili in gara, Guintolì e Lowes si perdono poco dopo lo start, la moto è in crescita e speriamo che presto possa essere competitiva per aggiungere brio al campionato. In gara due la BMW di Brookes si è fatta pericolosa, mentre l’asfalto era bagnato, appena monta le slick però il pilota forza subito e troppo, finisce nella ghiaia un’ottima prestazione complessiva.

Sempre più convincente l’Aprilia, Savadori è un pilota di classe e velocissimo, la moto manca di qualcosa per essere al top ma piano piano sta arrivando. Quarto posto per Lorenzo che si rammarica di non aver cambiato le gomme un giro prima, ma arrivare quarto alla sesta gara di mondiale mi sembra un bel risultato per lui ed il team.

Nota di merito per Leon Camier, sta dando tanto alla causa Mv e in gara uno chiude quarto dando vita ad una grande bagarre con Torres, in gara due si perde un po’ ma è sempre concreto e porta punti.

Le gare ad Assen non sono mai scontate, sia per il tracciato molto tecnico che per le mutabili condizioni atmosferiche. Tra poco si va in Italia ad Imola e anche lì i piloti tecnici avranno un vantaggio su tutti.

 

 

 

 

MOTO2: ZARCO VITTORIA NELLA CURVA 13

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In Argentina è arrivato il mal tempo. Ha piovuto in mattinata e i warm up sono stati bagnati. Alla immediata vigilia della gara della Moto2 il tracciato è ancora umido, ma tutti i piloti partono con le slick. I migliori alla partenza sono Folger, Lowes e Zarcò. Zarcò e Lowes entrano subito in bagarre sorpassandosi vicendevolmente diverse volte. Zarcò è velocissimo nel quarto settore dove interpreta al meglio la curva tredici. Lowes si riprende la posizione e guadagna mezzo secondo sul francese; la bagarre tra l’inglese ed il francese ha favorito la risalita di Morbidelli che si porta in scia a Zarcò. Morbidelli spinge forte dietro Zarcò, lo sorpassa, ma Zarcò lo rimette dietro subito -alla curva 13-, l’italiano fa bene a teneresi nella scia del campione in carica. L’unico pilota fuori da questo gruppetto di testa che può provare a raggiungerli è Rins, quinto, che deve comuqnue recuperare tanti secondi rispetto al quarto. Errore di Zarcò e Morbidelli ripassa. Zarcò cambia ritmo, in pochi giri passa prima Morbidelli poi Folger, sempre alla 13. Morbidelli approfitta del sorpasso di Zarcò per infilare alla uno il tedesco. Appena arriva dietro Lowes, Zarcò, gli prende la scia sul rettilineo e si porta in testa. Ora le coppie davanti sono più staccate: Zarcò con Lowes e a mezzo secondo Morbidelli con Folger. Cade Cortese. A metà gara Rins è il più veloce in pista ed inanella diversi giri veloci, si avvicina sempre più a Folger. A due giri dalla fine Morbidelli è nella scia di Lowes, ma purtroppo una leggerissima sbavatura nella curva uno, traiettoria leggermente più larga di quella ideale e quindi umida, lo fa scivolare facendogli perdere le speranze di un grande podio. Ultimo giro. Zarcò continua a volare e Lowes e Folger non lo riescono a raggiungere. Zarcò segna all’ultimo giro quello più veloce della gara, nonostante un’asfalto pieno di tranelli ha saputo sfruttare ed andare velocissimo per tutta la gara. Ancora una gara strategicamente perfetta non per nulla è il campione in carica.

STOCK 1000: MERCADO RITORNA PADRONE DELLA STOCK

stock1000 mercado

Aragon segna l’inizio del campionato Superstock 1000 2016. In questa categoria BMW, Ducati, Kawasaki, Yamaha e Aprilia si battono con moto quasi di serie.  Quest’anno sono ben 41 i piloti al via.

Marinò segna la pole position ed in prima fila con lui ci sono due Ducati, quella di Faccani e Rinaldi. Parte la gara e mentre Marinò, Rinaldi, Mercado e Tamburini sfilano tra le curve, nel gruppone dietro almeno quindici piloti si toccano ed escono fuori gara. Bandiera rossa.

I giri vengono ridotti ad 8, adesso i piloti dovranno dare tutto e subito per poter vincere la gara. Faccani non parte per noie tecniche. Alla ripartenza Marinò riparte benissimo, ma Mercado è aggressivo e nelle prime curve del circuito lo sorpassa. Anche Russo è arrembante e tira una staccatona a Rinaldi, gli entra interno e lo passa. Mercado, Russo, Marinò, Rinaldi e Tamburini, sono loro i primi della gara dopo il primo giro. Marinò in percorrenza di curva ha una perdita di potenza e viene passato da diversi piloti. Rinaldi attacca Russo alla staccata per la sedici, il pilota Yamaha allunga la frenata ed esce fuori, rientra attardato. Dietro i due ducatisti ci sono Tamburini e De Rosa, quest’ultimo sempre più veloce e pericoloso alle spalle del pilota Aprilia. Bagarre tra Rinaldi e Mercado che fa avvantaggiare proprio Tamburini diventando il più veloce in pista. Rinaldi passa Mercado, ma nel ritorno della curva Mercado lo ripassa. Ultimo giro: Tamburini perde terreno e De Rosa lo incalza sempre più, anche Rinaldi spinge forte dietro Mercado, però l’argentino è veloce nel T2 e nel T3, Rinaldi non lo impensierisce; Tamburini scivola a due curve dalla fine e regala il podio a De Rosa.
La prima gara del campionato la vince il pilota con più esperienza nella categoria: Leandro Mercado, favorito numero uno alla vittoria finale. Rinaldi si è dimostrato aggressivo e potrà puntare alla vittoria nei round successivi. Scivolata che rovina la gara di Tamburini, non era al 100% con la sua Aprilia. Outsider i piloti Yamaha che si sono dimostrati molto veloci chissà se già ad Assen lotteranno per la vittoria.

MOTOGP: MARQUEZ VINCE, DISASTRO DUCATI

dovizioso argentina

La gara di Termas de Rio Hondo della MotoGP è cominciata già dal sabato. Perchè l’evento che ha cambiato il volto della gara è stato il disfacimento della gomma posteriore, media, della moto di Scott Redding. Michelin sebbene nella giornata di sabato abbia solo specificato ai team pressione di gonfiaggio e consigliato il non utilizzo della mescola media, nella giornata di domenica ha condizionato la direzione gara a ridurre il numero complessivo dei giri e dividere in due la gara. Riassumendo, incondizioni di asciutto -quelle che si sono poi verificate- le moto possono percorrere al massimo 10 giri, i piloti, poi, tra il nono e undicesimo giro devono entrare nei box per cambiare moto.

Alla partenza Lorenzo ha un ottimo spunto assieme alle Ducati e Rossi. Iannone arriva un po’ largo alla prima frenata e Pedrosa esce di pista per non cadere. Dovizioso fa valere subito il motore Ducati e passa a comandare la gara, in realtà il pilota col ritmo migliore è Marquez. Lorenzo si perde, dopo pochissimo è lento in uscita, sbaglia e si ritrova sesto alle spalle di Viñales. Iannone segna il giro veloce: 1’41″490, ma è Rossi che si fa pericoloso su Dovizioso, attaccandolo nell’ingresso delle curve più di una volta
Mentre Valentino è impegnato nella lotta col ducatista, ecco inserisi Marquez all’interno di Rossi che in staccata passa l’italiano. Lo spagnolo recupera terreno anche su Dovizioso e sorpassa subito anche lui. Miller, settimo, cade. Rossi ci riprova internamente su Dovizioso e questa volta riesce il sorpasso. Dopo il primo quarto di gara abbiamo una classifica che vede: Marquez, Rossi, Dovizioso, Iannone, Viñales e Lorenzo nelle prime posizioni. Lorenzo in percorrenza della curva 1 prende l’umido e cade, gara finita, non si era messa bene sin dall’inizio per lui. Ora è Rossi il più veloce in gara -1’40″779- e riesce a contenere la furia di Marquez. Dovizioso e Iannone entrano in bagarre, perdendo così tempo prezioso dalle Yamaha, in questo modo Viñales riesce ad avere lo spunto giusto e passa entrambe le rosse. Valentino si fa pericoloso su Marquez, lo passa, ma lo spagnolo nella traiettoria di rientro della curva torna davanti l’italiano. E’ il momento del cambio moto, l’inizio della fine della gara di Rossi. Valentino, che sino al giro precedente insidiava Marquez, con la moto nuova non trova confidenza e il distacco tra i due cresce enormemente, già 2.1 secondi in un giro. E’ incredibile come Marquez ora spinga più di prima e di come Rossi arranchi e deve pensare a come difendersi dalla Suzuki e dalle Ducati ufficiali. Redding si ritira per noia tecnica. Viñales cerca di difendersi da Iannone, purtroppo il suo momento sul podio dura poco perchè alla curva uno perde aderenza e cade. Ora Valentino subisce le Ducati: nel terzo settore Iannone si inserisce all’interno di Rossi, ma mentre i due lottano Dovizioso passa tutti e due all’esterno e diventa secondo. Ultimo giro, Dovi si distacca, Rossi per resistere a Iannone arriva lungo e subisce il sorpasso del ducatista, Vale non molla e gli si rimette davanti, ma poi Iannone ha lo spunto buono per metterselo dietro definitivamente. Iannone non molla la presa sul compagno di squadra e spinge al massimo per recuperare il gap, siamo nelle ultime curve e alla fine della 13 ecco il fattaccio: Iannone arriva lungo in frenata e l’avantreno della moto gli si chiude, quest’ultimo scivolando prende in pieno l’incolpevole Dovizioso ed entrambe le Ducati finiscono nell’erba. Marquez vince, Rossi secondo e Pedrosa terzo. Dovizioso ha la forza di riprendere la moto e portarla a spinta sino al traguardo guadagnando 3 punti. Ottimo quarto per Laverty.

Un Gran Premio strano. Prima il deficit delle gomme e quindi la gara spezzata in due, poi l’anomalo feeling tra Rossi e la seconda moto poi la disfatta Ducati. Peccato per Dovizioso che col secondo posto sarebbe secondo nel mondiale, sarà rivincita per la prossima gara in Texas, regno di Marquez e della Honda.

 

 

SBK GARA2: DAVIES SI CONFERMA IMBATTIBILE AD ARAGON!

davies aragon gara2

La pista del Motorland di Aragon la dovrebbero intitolare a Chaz Davies, su questa pista riesce sempre a fare delle prestazioni importanti ed anche oggi è riuscito a far sua la gara. Nonostante Sykes e Rea siano partiti benissimo, Davies, inizia il suo capolavoro proprio dallo start infilando le due Yamaha nella prima staccata. Il ducatista è immediatamente nella scia di Rea e nella staccata per il cambio di direzione tra la curva 12 e 13 lo infila in ingresso. Davies è fulminante sul rettilineo, questa nuova evoluzione di Ducati gli permette di non perdere terreno sui lunghi dritti, ma anzi di guadagnare, infatti in un batter d’occhio è dietro Sykes.  Nell’ultima staccata Davies attacca il 66 di Kawasaki che inizialmente rimane davanti al gallese ma poi viene sorpassato perchè in percorrenza, Davies, stringe la curva e riesce ad uscire per primo sul rettilineo del traguardo. Di qui in poi la gara è stata un assolo di Davies, troppo veloce per le Kawasaki, precisissimo e determinato per non sbagliare nulla. In 1’51″053 il suo giro più veloce, un passo che nessuno è riuscito a tenere. Dietro il ducatista è ancora una volta lotta nel team Kawasaki ufficiale.

Problemi per Giuliano, dopo una buona partenza ha un problema di elettronica sulla sua moto che la mette in protezione tagliando potenza, si riprenderà solo sul finale di gara girando sui tempi dei migliori ma non andando oltre la sesta posizione. Bella bagarre anche tra Torres e Van der Mark. Fores con la Ducati clienti di Barni, costruisce un’altra bella gara tenendo la quarta posizione. Le Yamaha invece scompaiono dalle posizioni alte della classifica.

Rea reggiunge Sykes e lo sorpassa. I due Kawasaki però non sono a posto: Sykes perde nelle accelerazioni dai lunghi curvoni mentre Rea non riesce a frenare bene la moto. Rea non riesce più ad allungare sul compagno e quando arriva lungo alla prima staccata del tracciato, Sykes lo infila. Davies rema dritto allungando e andando a vincere anche gara due e accorciando il distacco in classifica da Rea a soli 26 punti. Forès si rammarica per il quarto posto che gli va stretto. Ottavo posto per un ottimo De Angelis con Aprilia.

Ducati e Davies sembrano essere di un altro livello in questa gara, vedremo se fuori al feudo di Aragon, Davies riuscirà a confermare il suo stato di forma e se la Ducati continuerà ad essere così competitiva. Per ora onore a merito al “gallese volante”.

foto by: worldsbk.com

 

SUPERSPORT: SOFUOGLU LISCIO AD ARAGON, GRANDE PROVA DEI RAGAZZI ITALIANI!

aragon supersport

Nel 2016 le categorie Supersport ed Europeo 600 corrono nella stessa gara sebbene le categorie abbiano classifiche diverse. Tutti i piloti sullo schieramento scelgono una gomma posteriore morbida e una media anteriore tranne  PJ Jacobsen e le Mv che scelgono una media di sviluppo rispetto a quella di gamma.

Sofuoglu parte bene a differenza di Jacobsen che alla prima curva stacca forte, ma finisce nella ghiaia e dice addio alla gara; cadute anche nel retro del plotone dove sono tre i piloti a finire fuori. Le prime posizioni vedono: Sofuoglu, Krummenacher, Cluzel, Baldolini, Gamarino e Zaccone pilota dell’europeo.  La testa si trasforma in un quartetto con i due Kawasaki a guidare e Cluzel e Baldolini dietro di loro. Baldolini tiene il ritmo del francese senza problemi e gli rimane in scia. Cluzel, nella staccata per l’ultima curva, passa lo svizzero. Il francese mantiene la posizione sul pilota Kawasaki con grande fatica. Krummenacher in uscita dalll’ultima curva passa Cluzel ed anche Baldolini sfrutta la scia ma, sul rettilineo del traguardo l’italiano rompe il motore che va in fumo. Anche Zanetti, Rolfo e Gino Rea si ritirano per problemi tecnici con la loro Mv Agusta. Si fanno vedere nelle posizioni alte della classifica anche i ragazzi del team Puccetti che corrono per l’europeo, Bassani e Zaccone. Bassani è addirittura nella scia di Cluzel che cerca invano di raggiungere le Kawasaki di testa oramai troppo lontane. Il francese, mentre spinge, ha un leggero problema al cambio che lo fa sbagliare e perde posizioni nei confronti di: Bassani, Terol e Zaccone. Lo spagnolo passa quest’ultimo. Cluzel dopo l’attimo di smarrimento riprende il ritmo e col passare dei giri fa segnare anche il miglior tempo in gara. Siamo in una fase di gara dove i piloti che lottano per il terzo posto guadagnano e perdono in punti diversi della pista e quindi si crea una situazione di elastico che non favorisce i sorpassi. Terol riesce a staccarsi ed andar via dal gruppetto, Cluzel si libera di Zaccone e insegue lo spagnolo. Tra Zaccone e Bassani nasce una bella lotta interna: i due si affiancano spesso in entrata di curva ed incrociano le traiettorie in uscita, i due, prendono numerosi rischi, ma senza finire nei guai. Sofuoglu vince senza grosse difficoltà, secondo Krummenacher e terzo un ottimo Terol che dopo anni torna a podio, la sua, era la MV messa meglio. Prima posizione dell’europeo per Zaccone che è leader della categoria.

foto by: worldsbk.com

 

SBK GARA 1 ARAGON: DAVIES SI CONFERMA IMPERATORE DI ARAGONA.

davies aragon

Il Motorland di Aragon ha un solo padrone: Chaz Davies. Eppure le qualifiche non si erano messe bene per il gallese e le Ducati. Alla fine della superpole Giuliano ed il compagno di team si sono qualificati come sesto e quarto, in seconda fila, assime a  Rea. Pole position firmata dal superpoleman della SBK: Tom Sykes. Seconda e terza casella per Guintolì e Alex Lowes del team Yamaha che conferma l’ottimo sviluppo della nuova R1.

Sebbene la gara parte solo poche ore dopo le qualifiche le condizioni dell’asfalto sono cambiate per via della temperatura più alta dell’aria. Tutti i piloti montano le soluzioni più morbide portate da Pirelli tranne Lowes che monta una media all’anteriore; posteriore morbida per tutti.

Lo spunto migliore è quello di Sykes che guadagna la testa della corsa, poi Guintolì , Rea con Giuliano e Davies ad inseguire. Il corpo a corpo tra le Ducati e Rea non tarda ad arrivare: Giuliano frena tardissimo in staccata e passa Rea, ma il ducatista allunga e perde la posizione. All’ultima curva, Giuliano, prende la triettoria interna e sorpassa Rea. Davies da dietro cerca di infilarsi nei varchi che Rea chiude. Rea ripassa il numero 34 ed allora Davies passa in percorrenza il compagno e tenta il sorpasso in scia su Rea e non vi riesce, Davies aspetta qualche curva dietro di lui e lo infila nel cambio di direzione. Sykes e Guintolì guidano la gara, il francese non sembra soffrire molto la Kawasaki. Dopo il sorpasso a Rea, Davies ha pista libera e segna il giro record della pista in 1’50″421; in due giri ricuce il gap di distacco ed è negli scarichi di Guintolì che sorpassa senza fatica. Sul rettilineo più lungo della pista Davies tira una staccata furibonda a Sykes che gli deve cedere il comando della gara. Chaz, in testa, guida in maniera spettacolare e sfrutta a pieno tutti i punti di forza della sua moto; continua a martellare con tempi sull’1 e 50 alto e 1 e 51 basso, nessuno riesce a stargli dietro. Nel frattempo Van der Mark cade e si ritira per perdita dell’avantreno. Davies in pochi giri distacca di 7 decimi  Sykes che viene raggiunto anche  da Rea dopo aver passato Guintolì nel cambio di direzione. Ora è di nuovo la coppia Kawasaki a giocarsi il secondo e terzo gradino del podio, distaccati da più di un secondo dal pilota di testa. Guintolì che così bene era partito, deve guidare in difesa, i suoi tempi peggiorano sempre più e la testa della gara si allontana, viene risucchiato nel gruppo che lotta per il quarto posto, composto da: Giuliano, Fores e Hayden. Camier si ritira per una noia meccanica alla sua MV. Rea in staccata sul rettilineo prima dell’ultima curva passa Sykes e si porta secondo, putroppo per lui Davies ha tre secondi di vantaggio ed un passo che non vede accenni di peggioramento. Giuliano e Fores passano Guintolì, poi si accende una vibrante bagarre tra i due che vede prevalere a sorpresa proprio Fores sulla Ducati ufficiale. La gara voge al termine Davies festeggia la sua vittoria su monoruota, come al suo solito, secondo Rea terzo Sykes. Ottimo decimo per De angelis su Aprilia. Chaz ha guidato in maniera impressionante, prima aggressivo e deciso nei sorpassi, poi in testa ha dettato un ritmo infernale senza fare errori, una vittoria da MotoGp per intenderci. Qui ad Aragon è veramente imbattibile. Rea ha guidato con la testa, nessun errore e un secondo posto che lo lascia tranquillamente leader del mondiale. Giuliano parla di questa gara 1 come vero e proprio test del Week end, speriamo che possa essere pronto per la gara di domenica. Il verdetto finale dunque incorona il sovrano gallese imperatore di Aragona.

foto by: wordlsbk.com

Se vuoi rivedere la gara: SBK Aragon gara 1

MOTO2: LUTHI VINCE, MA CHE MORBIDELLI

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Moto2, la gara regala emozioni sin da subito. La direzione gara segnala jump star per: Zarcò, Lowes, Rins, Schrotter, Nakagami e Mulhauser. Nel frattempo è Folger il pilota più in palla di tutti, perchè, partendo dalla pole, riesce subito ad allungare in testa mettendo tra se e il gruppo quasi due secondi nei primi giri. Dietro il tedesco Lowes e Luthi si danno battaglia e Morbidelli sorpassa Nakagami. La gara regala il suo secondo colpo di scena: Folger in percorrenza di una curva a destra perde il controllo della moto e finisce nella ghiaia dando l’addio alla vittoria. Intanto i piloti penalizzati rientrano nella corsia box per i ride through. Senza i piloti di punta nella prime posizioni la sfida per il primo posto è tra Luthi e Morbidelli. Dietro di loro Cortese e Corsi si contendono il terzo posto. Morbidelli si mantiene nella scia dello svizzero per studiare le sue traiettorie, ma Morbidelli è più veloce dello svizzero e non affonda subito il colpo, ma quando lo fa, è deciso e quasi cattivo lasciando l’impronta del suo pneumatico anteriore sul braccio di Luthi in ingresso curva. Anche Corsi sorpassa Cortese. Luthi cerca di tenere il passo dell’italiano da pochi giri in testa, perde due decimi, ma controlla comunque la situazione. Cade Alex Marquez. I big penalizzati girano su tempi dei primi e Lowes segna il giro record della pista: 1’59″611. In testa, la lotta tra Luthi e Morbidelli non accena a fermarsi, i due entrano nella curva uno spazzolando l’asfalto ed è sempre l’italiano a tenersi al comando. Mentre la gara volge verso il finale, la direzione gara segnala che anche Morbidelli  e Cortese sono sotto osservazione per il jump start. A due giri dal termine Luthi si riporta davanti e spinge fortissimo, Morbidelli tenta il sorpasso ma non ci riesce. Ultimo giro, i due sono sempre fianco a fianco nella prima staccata, è Luthi però a tenere la testa e guidare la gara, Morbidelli prova l’attacco in tutte le curve ma Luthi ha sempre un margine minimo di vantaggio. Curva sedici, Morbidelli prova a rubare la scia di Luthi, ma non basta e si accontenta del secondo posto. Terzo passa Cortese davanti a un redivivo Salom e Corsi. Durante l’ultimo giro però la direzione gara coferma la penalità a Morbidelli e Cortese. Questa consiste in 20 secondi aggiunti sul crono complessivo della gara dei piloti in questione, significando la settima posizione per Morbidelli e la quindicesima per Cortese. Peccato per questo problema in partenza per molti piloti – che si lamentano di un mal funzionamento del semaforo- che ha invalidato la gara. Morbidelli ha regalato una grande prestazione, speriamo che la costanza lo possa portare tra i pretendenti al titolo. Intanto Luthi guadagna i primi 25 punti del campionato ed ad oggi è l’uomo da battere.

Foto by: MotoGp.com