EICMA 2015: SUPERDUAL SWM, VIAGGIANDO DIVERTENDOSI

La Speedy Working Motors , meglio conosciuta come SWM, è un’azienda di proprietà asiatica ma che difatto è l’ex-Husqvarna. Dopo la svendita di BMW e l’abbandono di KTM, si pensava alla dismissione definitiva del polo produttivo. Per fortuna il rilancio industriale del 2014 ha portato i suoi primi frutto ad EICMA 2015. Come da tradizione la maggior parte delle moto presenti erano Cross e Motard ma affiancate da una grande novità: la SuperDual. Moto dalle forme estetiche forti e moderne, belle le sovrastrutture spigolose e le barre a protezione del telaio. La sorpresa più grossa è la cilindrata, ci si aspettava una moto di grossa cilindrata ed in realtà è una 600 cc monocilindrica. Alesaggio 100mm corsa 76.4mm, iniezione elettronica e raffreddamento a liquido, frizione multidisco in bagno d’olio. Marzocchi la forcella anteriore Sanchs il mono posteriore; ruota da 19″ avanti e 17″ dietro. Tutta l’esperienza delle maestranze italiane racchiuse in una nuova sfida tecnologica. La seduta è alta il giusto e la posizione sembra comoda (non abbiamo avuto modo di provarla). Il segmento dove si va ad inserire è quello delle tuttofare di media cilindrata ma che strizza l’occhio all’off road. Una moto interessante che nel salone è stata allestita con un set di valige che fanno venir voglia di accenderla e partire per boschi e sterrato all’insegna dell’avventura. Speriamo che questo lancio di prodotto possa essere una freccia in più per l’arco della SWM.SWM SUPERDUAL

Foto by: SWM.com

EICMA 2015 RITORNI E DOWNSIZING

EICMA 2015

La settantatreeisma edizione dell’esposizione mondiale del motociclismo EICMA, a Milano, la si potrebbe riassumere in tre parole: Evoluzione, Ritorni e Ridimensionamento.

Perchè evoluzione? Sicuramente Eicma 2015, non sarà ricordata per la presentazione di modelli rivoluzionari e totalmente nuovi, però le novità non sono mancate: Ducati, Moto Guzzi, Yamaha e Honda sono le protagoniste del salone. La casa bolognese si è inoltrata in segmenti di mercato a lei nuovi: cruiser, con la X-Diavel, ed Enduro con la Multistrada Enduro 1200, lanciando il guanto di sfida ad Harley e Bmw. Honda ha finalmente presentato la CRF 1000L, meglio conosciuta come Africa Twin; forse la moto più attesa del salone e che ha catturato i sogni di molti appassionati. Yamaha ha mostrato l’ultimo lato del Dark Side of Japan, presentando la nuova MT-10 che eredita il motore dalla sorella SBK YZF-R1, seppur rivisto in componenti ed erogazione. Moto Guzzi ha portato le nuove V9, che vanno ad accostarsi alla gamma V7, con due versioni: Roamer e Bobber, la prima più classica, seconda più minimale con verniciatura opaca. Le altre proposte delle case sono tutte orientate ad evoluzioni dei modelli già preesistenti. Kawasaki ha portato la versione 2016 della sua SBK la Ninja ZX-10R; Triumph la nuova versione della Speed Triple e della Tiger presentata in versione più estrema la Explorer. Anche per le Bonneville, Triumph, ha riprogettato e modernizzato il motore per queste icone del motociclismo. KMT ha portato un nuovo propulsore per la Duke 690 e realizzato su base SuperDuke 1290, la GT e la R. Ducati ha continuato il progetto di crescita della cilindrata per Panigale e  Hypermotard.

Ritorni. La realtà motoristica italiana è sempre stata piena di aziende medio piccole che hanno lavorato e vinto in territorio internazionale. F.B Mondial è una di queste. Dopo anni di silenzio è tornata a presentare un prototipo: la Hipster. SWM, azienda nata dalle ceneri dell’ex Husqvarna, ha portato un enduro prototipo così come ha fatto Benelli. Quindi il ritornare a lanciarsi in nuovi modelli e prototipi è sintomo di come la situazione economica stia respirando un po’ e c’è voglia di tornare a fare moto!

Ridimensionamento o downsizing, chiamatelo un po’ come volete. Fatto sta che c’è stato un ritorno alle cilindrate e alle potenze “umane”. Piccole cilindrate, nell’ordine delle 300cc e 600cc e cavallerie gestibili anche per i non piloti, erano presenti in massa ad EICMA. BMW da sempre padrona delle maxi cilindrate ha portato la G 310 R una naked, che possa far da entry level, nel segmento più giovane per poter allevare i futuri bmwisti. Suzuki ha rilanciato la sua SV 650, con settore luci migliorato, classico bicilindrico che può essere perfetto per avventurarsi subito con una moto gustosa e non impegnativa e con la sua sella bassa capace di essere confortevole per tutti e tutte. Rivisto nei dettagli anche il mitico VanVan 200 che rimane sempre un’ottima alternativa agli scooternoni moderni, con i suoi gommoni, riesce a digerire qualsiasi condizione d’asfalto e leggero fuoristrada. Scrambler di Ducati è stato presentato nella vesrione bicilindrica 400cc raffreddato ad aria, simile al motore del monster 400, modello più vicino all’originale Scrambler monocilindrico anni 70. Anche le già citate Benelli, Mondial e SWM non sono andati altre i 600 cc.

Come sempre non si riesce a descrivere tutto EICMA in poche righe ed a visitarlo accuratamente in pochi giorni. Ognuno di noi arriva a questa esposizione aspettando la moto dei sogni che nell’anno successivo cercherà di portarsi a casa o scoprire nuovi mondi, come quello dell’elettrico sempre più ampio, che ignorava totalmente sino all’anno prima. Ognuno di noi ad Eicma cerca la sua storia e ricerca le sue passioni, che lo accompagneranno nel viaggio più bello di sempre, quello a due ruote!

VIAGGIO SU DUE RUOTE HONDA AFRICATWIN

foto by: eicma.it e honda.com

 

MOTO2: ZARCO TIGRE DELLA MALESIA

MOTO2 ZARCO TIGRE DELLA MALESIA

Moto2, Sepang, gran premio della Malesia. Assente Rabat e con Zarcò campione, il mondiale non ha più nulla da dire. C’è sempre Rins che punta al secondo posto e qui  Luthi sembra quello di qualche anno fa, quando era in lizza per il mondiale. Sua la pole e suo lo spunto migliore dallo start. Bene partono anche Zarcò e Folger. Rins è molto arrembante perchè cerca il risultato, per guadagnare più punti possibile su Rabat. Baldassarri parte nuovamente sotto una buona stella, e dopo la buona qualifica, lotta con Nakagami per la quinta posizione. In testa il confronto per la prima posizione è tra Luthi e Zarcò mentre per il terzo gradino del podio il faccia a faccia è tra Rins e Folger. Lowes si attesta in settima posizione. Il passo è sui due minuti e sette. Problemi per Alex Marquez, che passa prima dai box e poi si ritira. Rins sembra un po’ al limite nelle staccate, con la moto che in uscita cerca di disarcionarlo e, miracolosamente, lui riesce a rimanerci in sella. Quando Folger spinge ancor più forte, Rins non riesce a reggere il ritmo e perde il controllo della moto. Cerca di rientrare in pista, ma la moto danneggiata non può ripartire. Lowes rallenta, perdendo diverse posizioni, le gomme sembrano esser finite e gira 4/5 secondi più lento rispetto ai primi. Folger è solitario terzo, mentre Zarcò ricuce il gap su Luthi. A quattro giri dal termine il distacco tra primo e secondo è di 9 decimi. A due dalla fine Zarcò riprende Luthi; ultimo giro ed incrocio di traiettorie tra i due, Zarcò si infila e soffia la vittoria a Luthi. Terzo posto per Folger, quarto Nakagami e ottimo quinto per Baldassarri. Ottava vittoria per Zarcò  che punta a superare il record di punti in una stagione di Rabat dello scorso anno.

MOTOGP: BRUTTO GESTO ROSSI MARQUEZ, PEDROSA TRIONFA IN MALESIA

MOTOGP ROSSI MARQUEZ PEDROSA

E’ veramente difficile, oggi, scrivere di moto e non essere tristi. Triste è il gesto di Valentino nei confronti di Marc, triste è Marc che esagera quando non è necessario nei confronti di Vale, triste è pensare ad un mondiale che può risultare fasullo, triste è sporcare uno sport dove si rischia la pelle. Ma dove ci sono forti interessi nulla viene risparmiato. Immagino che tutti, appassionati e non, abbiano già visto le immagini del contatto Marquez Rossi, e che tutti si siano fatti una propria opinione sul gesto. Dico la mia per chiudere definitivamente l’argomento: Rossi ha sbagliato, dal giovedì, ad incendiare l’atmosfera col suo sfogo su Marquez, spontaneo o programmato che sia stato. Il gesto in gara di domenica mattina è da condannare, ma Marquez non è esente da colpe e non ritengo giusto che gli eventi di un gran premio si ripercuotino su quelli successivi e che sarebbe stato giusto penalizzare Rossi in gara. La direzione gara ha deciso di penalizzare Rossi con 3 punti sulla patente (una specie di pagella sulla condotta di gara) e , poichè uno già lo aveva in virtu di una penalizzazione passata, ora è a quota 4. Questo, secondo il regolamento della MotoGP, significa partenza dall’ultima fila al prossimo GP.  Quindi a Valnecia Rossi partirà ultimo a meno di eventuali cambiamenti in virtù del ricorso che ha fatto Yamaha. Per far suo il mondiale Rossi dovrà arrivare secondo con Lorenzo vincitore.  Detto ciò parliamo di chi ha corso.

Pedrosa: nonostante una gara maiuscola non si parla di lui. Partenza a bomba con ritmo infernale, che nessuno è riuscito a contrastare, neanche Lorenzo, il quale, fuori dal duello Marquez Rossi, è riuscito a recuperare terreno su Pedrosa. Dopo che lo spagnolo di Honda ha tirato Lorenzo non è mai sceso pericolosamente sotto il secondo di distacco.

La tappa malese per le Ducati ufficiali non è durata a lungo: pronti via e Iannone si ritira per un problema alla moto, radiatore forato da un sasso. Dovizioso dopo un ottimo avvio ha perso strada da Rossi e quando Crutchlow gli è arrivato interno nel cambio di direzione e l’ha superato, è caduto. Petrucci è l’unico a risplendere nell’orbita Ducati correndo una bella gara. Nonostante partisse arretrato, è riuscito a spingere la sua Ducati sino alla sesta posizione finale, tenendo dietro di sè ben due Suzuki ufficiali e la competitiva Yamaha Tech3 di Espargarò. Ha sorpassato al momento giusto e, nonostante la sua Desmosedici 14.2  non sia gentile con le gomme, è riuscito a mantenere un margine di vantaggio che l’ha messo al sicuro dagli attacchi. Bella lotta in casa Suzuki, dove Aleixs Espargarò e Viñales si sono sorpassati a vicenda sino alle ultime curve, il maggiore grip che aveva la moto di Espargarò ha, alla fine, avuto la meglio.

Importantissimo è il risultato di Stefan Bradl per Aprilia, ha conquistato il decimo posto, e per una moto molto più SBK che GP è un ottimo risultato, se si considera che alle sue spalle è arrivato Redding con Honda ufficiale e Barberà primo delle Open. Anche Elias conquista i suoi primi punti iridati.

Nota di merito per Hayden, dopo la gara ha twittato:

MOTOGP HAYDEN

Nel suo messaggio, ironico,  evidenzia come nessuno voglia sapere dell’andamento della sua gara perchè altre questioni di gara hanno preso il sopravvento. Allora vi racconterò io qualcosa sulla gara di Nicky: conclude a ridosso della zona punti, davanti a Miller,  con la sua Honda non riesce mai a scendere sotto i due minuti e tre sul giro. Ingaggia bagarre con Bautista e Miller finendo dietro lo spagnolo. Speriamo che la SBK, l’anno prossimo, gli possa regalare soddisfazioni maggiori.

Tra due settimane andrà in scena l’ultima tappa del mondiale 2015. In una settimana si è passati dalla gara più bella alla più brutta del mondiale. Ora sono sette i punti di svantaggio di Lorenzo, ma con Rossi dietro è come se questi punti siano a suo vantaggio e non per l’italiano. Ci auguriamo solo una gara senza scorrettezze e gioco delle parti.

Aggiornamento: il ricorso Yamaha è stato respinto. Vale partirà ultimo a Valencia.

STK1000: TAMBURINI FUGA PER LA VITTORIA

STOCK1000 TAMBURINI

Con il ritorno in Europa anche la superstock 1000 riaccende i motori. Savadori, leader del campionato, potrebbe chiudere già qui la faccenda se concludesse la gara con più di 25 punti di vantaggio su Tamburini. Il riminese, pilota BMW, parte in pole per questa gara e la sua posizione di vantaggio la riesce a sfruttare appieno, lasciandosi dietro tutto il plotone di piloti sin dalle prime battute. Savadori, partito sesto, rimane imbottigliato nel gruppo. In grande spolvero Kevin Calia -compagno di Savadori- che si porta in seconda posizione, poi Jesek, De Rosa, Massei e Guarnonì infilato all’interno da Savadori. Accesa bagarre, come sempre in Stock1000, per la seconda piazza, dove Calia si deve difendere da Massei, De Rosa e Jesek. Savadori, che deve recuperare posizioni e punti importanti, supera in ingresso Jesek mentre Calia segna il record di categoria in gara, girando in: 1’44″311. De Rosa passa Massei internamente, nella manovra anche Savadori sorpassa l’italiano, ma Massei non ci sta e ritorna davanti a Savadori sfiorando il contatto. Dietro, Riccardo Russo, passato in stock con la Yamaha, ha un buon ritmo e recupera il gruppetto in testa. Tamburini nel frattempo continua a martellare i tempi, girando sul 44 alto. A metà gara troviamo: Tamburini, Calia, De Rosa, Massei e Savadori nelle prime posizioni. Calia e De Rosa riescono a scavare un piccolo vantaggio e Massei e Savadori vengono recuperati dalle Yamaha di Russo, Trautmann e Guarnonì. Savadori non può permettersi di perdere altro tempo e deve evitare una bagarre a più piloti, perciò alla prima staccata di Jerez entra su Massei e si porta terzo; mentre Savadori si avvicina Calia, purtroppo, cade e dice addio alla sua miglior gara dell’anno: Savadori ora è terzo. Ora sono i soliti tre ad essere sul podio del GP di Spagna. Russo è l’unico al di fuori del terzetto a volerci ancora provare: dopo aver sorpassato Massei si mette alla forsennata rincorsa di Savadori. Savadori chiede tutto alla sua gomma e alla sua Aprilia, producendosi in alcune derapate degne delle vecchie 500 da gran premio, dove le fumate al posteriore erano all’ordine del giro. Tamburini vince, secondo De Rosa e terzo Savadori. Savadori ha 25 punti su Tamburini e quindi il titolo si assegnerà nella prossima gara in Francia. Tamburini come Lorenzo: il pilota italiano ha fatto una gara alla “Porfuera”, vincendo per distacco ed essendo sempre tremendamente pulito ed efficace nella guida. Velocissimo Tambu!

SUPERSPORT: SOFUOGLU VITTORIA SENZA SOFFERENZE

SUPERSPORT SOFUOGLU JEREZ 2015

La gara odierna di Supersport è stata meno spettacolare rispetto al solito, l’assenza di Cluzel pesa non poco nell’economia dela gara, poichè è l’unico pilota in grado si mettere in difficoltà un Sofuoglu devastante nelle prove e nelle qulifiche. E’ proprio il turco a partire meglio di tutti e a mettersi subito al comando della gara, dietro di lui: P J Jacobsen, Mahias Rea e Zanetti, autore di una partenza disastrosa. Il campione turco guadagna già sette decimi nel primo giro, mentre Mahias rompe il motore uscendo fuori pista. Sofuoglu è già lontano, Jacobsen è al momento il più veloce in pista, ma non tanto da impensierire il turco. Rea, rimasto attardato per il guasto di Mahias, recupera posizioni; da segnalare il deciso ingresso su Leonov alla prima staccata. Per la quarta posizione è lotta tra Terol e Faccani: lo spagnolo, alla prima gara sulla Mv Agusta, sembra trovarsi molto a suo agio, non forza tantissimo gli ingressi ma ha comunque un buon ritmo; i due incrociano le traiettorie più di una volta e l’italiano si difende bene; al giro successivo però, Terol passa e subito Kyle Smith , con un gran traverso, sfrutta l’entrata e sorpassa Faccani. Rea cade distruggendo la moto; Smith (che gira ben sette decimi più veloce dei piloti di testa) continua a intraversare la sua Honda ed è sempre così anche quando in ingresso passa Terol. Gran battaglia per l’ottava piazza, dove è Gamarino a guadagnare la posizione. Sofuoglu è capace di mantenere sempre 1.1\1.3 secondi di vantaggio su Jacobsen che non erode più di qualche decimo al pilota di testa, ma al contrario vede Zanetti avvicinarsi, perchè la sua gomma posteriore è finita e di conseguenza la sua Honda perde di stabilità, regalando grandi e fumosi traversi. La gara finisce: Sofuoglu, Jacobsen, Zanetti. Il turco ha vinto in scioltezza senza avere mai seri problemi. Con Cluzel in forse per l’ultima gara in Qatar il titolo della Supersport è solo questione di tempo.

Photo by: SBK.com

STK600: RINALDI FA SUA LA SPAGNA

STOCK 600 RINALDI JEREZ 2015

Jerez de la Frontera, Spagna, Andalucia. Si torna a parlare di SBK e come di consuetudine, nelle tappe europee, il sabato è dedicato alla Stock600. Il campionato ha già decretato il suo vincitore: Razgatioglu sulla Kawasaki di Puccetti. Il turco però non affronta la gara ispanica perchè, durante la pausa estiva, ha subìto un infortunio col cross. Non è della gara neanche il suo rivale più veloce, cioè Caricasulo, infortunatosi nella caduta del GP di Misano di Moto2. Con i due migliori fuori il risultato è aperto a qualsiasi pronostico, anche se Rinaldi -Kawasaki Puccetti team Italia- e Fernando Augusto -Honda Pata- sono gli unici piloti che possono avere più chance degli altri, viste le moto competitive. La gara infatti la fanno proprio questi due piloti, che dopo alcuni giri, riescono a ritagliarsi già un buon distacco; infatti Rinaldi segna il giro veloce della gara in: 1’46″247. Dietro, a circa 7 secondi di distacco, ecco impazzare la lotta tra Tuuli, Tucci, Stirpe, Vitali e Bassani. Brutto incidente nelle retrovie per Hoogenboezem, pilota neozelandese, che perde il controllo della moto dopo un contatto di gara: in uscita di curva la moto si imbizzarrisce e si schiantano entrambi sul muretto dei box. Fortunatamente il pilota era già a terra e quindi, nonostante la botta subita, non ci sono state gravi conseguenze. A sei giri dalla fine ancora bagarre tra Tuuli, Tucci e Stirpe, con i due italiani aggressivi sul finlandese, il quale, dopo una perdita di aderenza al posteriore, perde velocità e viene infilato dai due inseguitori; ora è Tucci terzo. Rinaldi, in testa, deve difendere il suo vantaggio dagli attacchi di Fernandez, che giro dopo giro gli scuce decimi preziosi, arrivando all’ultimo giro a solo un secondo e mezzo di distacco. Nel frattempo Stirpe, in scia di Tucci, tenta l’attacco in tutte le curve, ma non riuscendo a passare si tiene dietro in quarta posizione. Rinaldi primo, Fernandez secondo e Stirpe vince il duello con Tucci, arrivando terzo grazie ad un sorpasso in inserimento al tornante finale. Rinaldi vince in solitaria, poteva essere il suo anno ma il baby turco gli ha rovinato i piani. Sarà per l’anno prossimo Michael!

Photo by: SBK.com

SBKGARA2: VITTORIA DAVIES, TITOLO COSTRUTTORI KAWASAKI

SBK GAR 2 DAVIES VITTORIA JEREZ 2015

La gara due della SBK a Jerez de la Frontera si presenta più calda di quella precedente, con ben 43° all’asfalto. Tutti si aspettano una gara all’atacco di Rea, ora libero, mentalmente, dal peso del titolo già conquistato. La gara del fresco campione parte male: infatti, perde un paio di posizioni a favore della fionda Davies e Torres. Sykes tiene la testa del gruppo; giornata nera per le Suzuki che hanno problemi tecnici sia con De Puniet -ritirato- che con Lowes che rientra ai box e poi viene penalizzato col ride through. La situazione in pista vede Sykes, da solo in testa, Davies, Torres, Rea, Haslam; Sykes segna il giro veloce di gara in 1’42″238 ed il passo gara è sul 42 alto. Davies capisce che Sykes non ne ha per scappar via quindi, rompe gli indugi e comincia ad alzare il ritmo per ricucire il gap; Haslam, Rea e Torres non ne hanno quanto il ducatista e cominciano a sorpassarsi a vicenda. In tutto ciò è Van der Mark a trarre vantaggio, recuperando terreno sui tre e diventando il più veloce in pista al momento. Davies, a 13 giri dal termine, è a mezzo secondo da Sykes; Van der Mark non è intimorito dal campione del mondo e appena gli arriva a tiro stacca fortissimo e sorpassa in entrata la Kawa numero 65. Anche Davies, appena prende la scia di Sykes, lo passa senza grandi problemi: Sykes sembra nuovamente in difficoltà con la sua moto, come spesso è accaduto da metà gara in poi in questa stagione. L’inglese di Kawasaki perde terreno e in poco tempo viene raggiunto e passato dalle due Aprilia e da Van der Mark; crisi profonda per lui che perde tre posizioni in un giro. Anche Rea passa il suo compagno di team e diventa quinto. Van der Mark è deciso a replicare il podio di gara uno e quindi spinge fortissimo dietro le Aprilia: spinge fin troppo, poichè in ingresso con l’anteriore in frenata, la moto gli chiude lo sterzo e scivola giù; addio podio, rientra in quindicesima posizione. Baiocco supera Pirro e guadagna il sesto posto, diventando la seconda Ducati dopo Davies. Haslam tenta l’ultimo attacco disperato al tornante finale di Jerez su Torres ma non va a buon fine, poichè l’inglese esce troppo largo dalla curva; primo Davies, secondo Torres, terzo Haslam. Chaz, con la sua fantastica vittoria, tinge di rosso la giornata verde della Kawasaki, che in gara due fa suo il titolo costruttori della SBK; strano a dirsi, ma la Kawasaki ha portato a casa i due titoli proprio nel weekend peggiore della sua stagione. Le Aprilia si dimostrano veloci e competitive, tanto che abbandonare lo sviluppo della moto e lasciare il mondiale sarebbe veramente un peccato per la SBK ed il motociclismo. Tre moto italiane a podio e che l’inno d’Italia risuoni.

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SBKGARA1: REA CAMPIONE DEL MONDO, SYKES VINCE LA GARA

SBK GARA 1 REA JEREZ 2015

Finalmente è arrivato il giorno di Rea. Campione del mondo. Il suo talento era evidente sin dal 2009, anno di debutto in SBK: all’inizio cadeva un po’ troppo e la Honda non è stata sempre alla  sua altezza ma, quest’anno la Kawasaki gli ha regalato una moto velocissima, precisa ed affidabile. Nel 2015 Rea ha sbancato la concorrenza e messo in difficoltà il suo compagno di team Sykes, leader della squadra verde. La gara: Sykes parte in pole, con Rea alla sua destra e un sorprendente Canepa terzo. E’ proprio Canepa, autore di una brutta partenza, che favorisce l’avanzamento di Davies in terza posizione: prime le due Kawasaki, Sykes e Rea poi Davies, Canepa, Haslam -ottimo spunto per lui- e Van der Mark. Sykes riesce subito a imporre il suo passo e scappa via; Rea segna il giro più veloce in gara 1’41″136 guadagnando un secondo e sei di vantaggio sul ducatista Davies. Alla curva sei, errore in frenata di Rea che apre al sorpasso di Davies; il pilota Kawa arriva lungo in più di un occasione poichè ci sono problemi tecnici ai freni. Van der Mark e Haslam danno spettacolo nella loro battalgia di sorpassi: prima entra Van der Mark, poi Haslam e alla prima staccata di nuovo l’olandese che mantiene l’esterno dell’inglese. Rea rallenta e Van der Mark e Haslam lo raggiungono. Metà gara: Sykes, poi Davies a +3.415 sec, poi a +1 sec Rea e Van der Mark ed Haslam attaccati a lui. Sesto Pirro su Ducati che sta chiudendo il gap su Haslam. Van der Mark in staccata entra su Rea e della manovra ne approfitta Haslam che viene però risorpassato in accelerazione da Rea. In più di un’occasione Haslam passa la Kawa, ma il motore della giapponese è più performante nei rettilinei. Pirro è a sei decimi dai due in lotta. Sykes è imprendibile, primo, poi Davies e Van der Mark. Quarto Rea che conquista così il suo primo mondiale: nel giro celebrativo rende omaggio a Reid e Joey Dunlop, piloti leggenda nordirlandesi, indossando i loro caschi; Rea è quindi il primo nordirlandese a vincere in SBK. Questo ragazzo, partito col cross, è arrivato con pieno merito sul tetto del mondo della velocità: bravo Jonny, ora goditi la festa!

http://www.worldsbk.com/it/videos/2015/Jonathan%20Rea%202015%20eni%20FIM%20Superbike%20World%20Champion

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MOTOGP: MARQUEZ, VITTORIA D’INGEGNO

MARQUEZ INTELIGENTE MOTOGP SAN MARINO

Il week end di Misano si presenta caldo e soleggiato, le temperature sono ottimali per girare sul nuovo asfalto del Simoncelli International Circuit in occasione del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini. Marquez e Lorenzo si dimostrano veloci sin dai primi giri del venerdì, essendo gli unici a girare sotto l’1 e 33. E’ un Marc che fa paura: nella curva Rio si esprime in pieghe estreme che esaltano il suo stile di guida e l’entrata da gomito a terra. Il sabato ci regala un sorprendente Pirro, che con la Ducati GP15 laboratorio, è per molto tempo nelle zone alte della classifica: partirà sesto. Anche Rossi trova la quadra e riesce ad agguantare una prima fila quasi insperata. Lorenzo però si dimostra il più veloce e imprendibile del circuito, infatti la sua pole segna il record della pista romagnola: 1’32″146. La domenica il meteo ci regala ancora sole ma, il cielo coperto minaccia pioggia per la gara. Cade qualche goccia, bagnando solo il pubblico senza creare problemi in pista. La gara è dichiarata asciutta e tutti partono con le slick. Prima del giro di ricognizione, Pirro ha problemi con la moto e parte dai box montando da subito le rain. Lorenzo monta una dura anteriore e media posteriore, Marquez le sceglie entrambe medie. Tutte le moto sono pronte in griglia e dopo lo spegnimento del semaforo un corale urlo di motori squarcia l’aria. Lorenzo è il primo ad uscire dalla “Quercia” seguito da Marquez, Rossi, Pedrosa, Iannone, Smith e Dovizioso. La pioggia riprende e l’asfalto per ora non ne risente mentre Lorenzo tenta la fuga; solo Marquez sembra mantenere il suo passo creando un leggero gap con il resto del gruppo. Siamo al settimo giro, la pioggia si fa insistente come insistente è la lotta tra Pedrosa, Iannone, Dovizioso, Redding e Smith. Tutti i piloti tentano di girare con le slick sul bagnato, ma tra l’ottavo e il nono giro, quasi tutti rientrano e cambiano moto, solo Smith non rientra ai box. Sul bagnato il distacco dei due spagnoli si annulla, Marquez passa Lorenzo e Rossi agguanta i due. L ‘acqua in pista è tanta e Marquez arriva lungo alla Quercia favorendo il sorpasso di Lorenzo. La pioggia cessa, Marquez e Rossi sembrano avere un passo più veloce di Lorenzo: prima è Valentino che ha la meglio sull’hondista poi, sul rettilineo, Rossi affianca il suo compagno di box, il quale gli tira la staccata ma, il cambio di direzione favorisce Rossi. Valentino guadagna 50 metri di vantaggio su Lorenzo mentre Marquez insegue. A dieci giri dalla fine, Marquez sconvolge la gara: rientra ai box per prendere la moto con le slick rientrando quinto alle spalle di Pedrosa. Le due Yamaha non rientrano. Marquez ora sembra volare in pista: recupera e passa Pedrosa in un giro; le Yamaha stanno perdendo secondi importanti con ancora le rain montate. Ad otto dalla fine le Yamaha rietrano e cambiano moto, al giro successivo Lorenzo, alla “Misano uno”, perde il controllo della moto finendo nella ghiaia. Estrema delusione per il pilota spagnolo e grande esultanza di gran parte del pubblico pro-Rossi, dimostrandosi altamente antisportivo ed ignorante. In testa ora ci sono Marquez, Smith, Baz e Corti inseguito da Redding. Le Yamaha Forward si dimostrano impotenti davanti alla Honda factory di Redding che risale in terza posizione, mentre Rossi si piazza quinto inseguito da un velocissimo Petrucci. Intanto tra le Ducati ufficiali è bagarre vera sino all’ultimo metro. Vittoria per Marquez, secondo posto per Bradley Smith e terzo per Scott Redding. Marquez ha vinto la gara grazie ad una mossa rischiosa ed intelligente, rientrando prima di tutti ed al momento giusto. Smith è stato premiato per il suo coraggio e capacità di esser riuscito a galleggiare con le slick sull’acqua. Redding conclude in crescendo il suo WE. Questa evoluzione della gara favorisce Rossi, che ora ha ben 23 punti di vantaggio su Lorenzo: il campionato è ancora aperto, ma il decimo titolo appare sempre più vicino.

Photo by: motogp.com