MOTO3: KENT SALVI LA REGINA, TRIONFO A SILVERSTONE

MOTO3 KENT

Anche la Moto3 parte sotto l’acqua. Navarro e Hanika, che partono in prima fila, non sembrano curarsene troppo: infatti partono benissimo e si portano in testa. Peccato però che alla seconda curva scivolino entrambi, salutando la gara; rientreranno in seguito, ma senza incidere. E’ Isac Viñales che si ritrova in testa con un buon distacco su Kent, inseguito da un ottimo Fenati che sta interpretando al meglio questo tracciato. (Sesta Maria Herrera, la pilotessa, non si è mai trovata sesta in gara al mondiale.) Il pilota ceco Kornfeil passa Fenati e diventa secondo, l’italiano viene sorpassato anche dal giovane Martìn che è velocissimo, ma paga la sua aggressività cadendo dopo il sorpasso. Secondo giro: Viñales, Kent, Kornfeil, Fenati, Herrera nelle prime posizioni. Poco dopo aver segnato il giro più veloce in gara, Viñales cade e lascia la gara a Danny Kent. L’inglese ha un gran vantaggio su Kornfeil, secondo, e deve solo pensare a non cadere e mantenere il suo ritmo. I piloti italiani si rifanno sotto e Locatelli, Bagnaia, Antonelli si riportano nella top ten. Locatelli sorpassa la Herrera, la quale poco dopo scivola giù. Antonelli, in staccata, passa Bagnaia e Quartararò. Kent sale a +5.7 sec. sul secondo, poi ci sono Fenati, Locatelli, Antonelli e Bagnaia. Antonelli sorpassa Locatelli alla curva 13. Fenati ed Antonelli sono i più veloci in pista girando sui 2 minuti e 34: proprio sul più bello, errore anche per Fenati che cade (anteriore chiuso) e riparte; concluderà la gara comunque a punti. In lizza per il podio ci sono ora Antonelli e Bagnaia, che cercano il recupero su Kornfeil secondo. I due italiani giro dopo giro recuperano tanto tempo, passando da 4 secondi a sei giri dalla fine a 1.7 a tre giri dalla conclusione. Locatelli chiude la sua bella gara con una caduta, anche Bastianini si ritira, mentre Bagnaia e Antonelli si danno battaglia. All’inizio del penultimo giro Bagnaia sorpassa Antonelli mettendo la sua Mahindra di traverso alla “Copse”, Antonelli lo ripassa e lungo l'”international straight” Bagnaia perde la sua moto che fortunatamente si schianta al muro senza pilota in sella. Antonelli decide che non vale più la pena rischiare e si accontenta del terzo posto. Secondo sarà Kornfeil. Primo, dominatore e re della pioggia Kent. L’inglese regala la sua vittoria al bellissimo pubblico inglese che gode la leadership del proprio beneamino. Il titolo per Kent è sempre più vicino!

SUPERSPORT: LA PRIMA DI JACOBSEN, LA SECONDA PER LA SUA HONDA.

SUPERSPORT PJ JACOBSEN

La Supersport in Malesia conferma i valori che si son visti nella gara di Misano: Mv Agusta finalmente veloce e affidabile, PJ Jacobsen veloce e capace di lottare per il podio. Sofuoglu parte malissimo e per recuperare il terreno perso tira una staccata furibonda alla prima curva: questa manovra lo fa andare lungo, perciò rientra attardato e nel recuperare provoca qualche contatto con gli altri piloti. Jacobsen approfitta del caos della partenza e sfila internamente Cluzel, portandosi primo. Zanetti, compagno di squadra di Cluzel-Mv Agusta- è terzo e gira in 2’09″419, inseguito da Sofuoglu. I quattro in testa si compattano e si allontanano dal resto del plotone. Sofuoglu sorpassa l’italiano e si porta terzo, Zanetti perde qualcosa e non riesce più a tenere il passo dei tre, infatti il suo distacco sale a 9 decimi. Sofuoglu, per recuperare il suo gap, ha stressato tanto la gomma posteriore e anche lui si stacca da Jacobsen e Cluzel. Jacobsen tiene la gara in pugno, e nonostante arrivi sempre di traverso in ingresso curva, sembra avere sempre la giusta trazione al posteriore. A pochi giri dalla fine solo la coppia di testa e Zanetti sono capaci di girare sotto i due minuti e dieci. Ultimo giro: Zanetti è nella scia di Sofuoglu, prima sorpassa e poi il turco gli si rimette davanti e, nell’ultimo cambio di direzione, è la Mv in terza posizione. In testa Jacobsen sembra aver preso un buon vantaggio su Cluzel ma, all’ultimo tornantino, Cluzel sorpassa internamente l’americano: purtroppo l’Mv non vanta lo stesso allungo della Honda e al fotofinish è PJ Jacobsen a trionfare sul francese. Zanetti terzo, Sofuoglu quarto. Prova consistente per Jacobsen che trionfa per la prima vota in categoria, per la sua Honda si tratta della seconda affermazione in campionato dopo la tappa Tailandese dove a trionfare fu Wilairot. Cluzel è a tredici punti dalla vetta e le tappe europee possono essere il giusto terreno di caccia per la sua MV.

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MOTOGP: LORENZO IV, RE MARTELLO.

LORENZO MOTOGP

La domenica del Montmelò, Barcellona GP di Catalunya, è la più calda del weekend: 50° all’asfalto. Nella giornata di sabato è l’impresa della Suzuki a far notizia: pole position grazie ad Aleix Espargaro con un tempo di: 1’40″546; la casa giapponese non era in pole dal 2007 con Vermulen. Il compito più difficile, si sà, è quello di essere performanti in gara ed ecco che le due Suzuki partono molto male, perdendo posizioni preziose; infatti, è Lorenzo ad entrare per primo nella variante “Elf”. Dietro di lui Dovizioso, ottimo spunto alla partenza, Marquez, Smith e Rossi. Cal Crutchlow dice addio alla gara dopo la caduta a seguito di un contatto con A.Espargarò. Marquez è molto arrembante, poichè già al secondo giro si mette dietro Dovizioso e firma il giro che sarà il più veloce della gara:1’42″219.  Quando siamo al terzo giro Rossi passa Pol Espargarò, mentre Marquez è l’ombra di Lorenzo; Marc sembra averne di più: spinge in staccata la sua Honda, sin troppo, poichè per tenere Jorge arriva lungo e cade nella ghiaia. Ennesimo errore per Marc che vale l’addio a sogni iridati. Dopo l’hondista cade anche Pol Espargarò, vittima di una perdita del posteriore. Con la fuoriuscita del 93, il gap tra Lorenzo e Rossi è di un secondo e mezzo circa. Vittima di caduta è anche Dovizioso. Le due Yamaha fanno il passo e sembrano avere un setting perfetto per la gara; in terza posizione ritroviamo un costante Pedrosa che consoliderà la terza posizione. Il passo di gara di Lorenzo è del 1 e 42 alto. Nel frattempo, lungo la pista si sono formate varie coppie di piloti in duello:  Smith-Iannone e Viñales-Redding, che lottano anche oltre i limiti del tracciato, e Petrucci-Bradl. A meno di sei giri dal termine il gap tra gli ufficiali Yamaha si riduce a 1.3 secondi, che diventa 1 all’ultimo giro, ma Lorenzo ha la capacità di farselo bastare per far sua la gara. Rossi secondo e Pedrosa completano il podio. Iannone miglior Ducati quarto, ed il poleman Espargarò finisce la sua gara cadendo. Cosa ci ha detto la gara? Lorenzo sembra inarrivabile, a meno un punto dalla testa del campionato e quattro vittorie consecutive come mai in carriera; Rossi la domenica è sempre veloce, se solo si qualificasse meglio ci sarebbe più bagarre. Sua altezza Lorenzo IV non perde tempo e regna anche in Catalogna.

LORENZO QUATTRO VITTORIE

SBKGARA2: REA IL DOMINATORE

REA DOMINATORE

In Superbike nulla è dato per scontato, tranne la competitività di Rea, che quest’anno sta dominando il campionato. La seconda gara di Portimao si presenta senza la pioggia di qualche ora prima. Sykes parte benissimo anche questa volta; Giuliano ha lo spunto giusto e si porta secondo seguito da Davies e Rea. Alex Lowes esce fuori pista, senza cadere, e rientra molto dietro. Rea passa velocemente Davies; Giuliano mantiene la scia di Sykes. Rea alla staccata per la prima curva passa i due piloti di testa, Sykes non ci sta e pur di mantenere la posizione copre la traiettoria esterna; la lotta Kawasaki avvantaggia Giuliano, che si porta primo . Al terzo giro le posizioni sono: Giuliano, Rea -1’43″034-, Sykes e Davies; più attardate le due Aprilia di Haslam e Torres. Camier cade ed al giro successivo si ritira Salom. Alla tornata successiva, a Rea riesce il sorpasso alla prima staccata ma Giuliano lo risupera nella curve immediatamente successive. Rea ritenta al giro dopo ma , è lungo e Sykes lo ripassa, mentre Giuliano si avvantaggia di sei decimi. Terzetto di testa troppo veloce per Davies, che rimane quarto e che viene incalzato da Haslam. Il ritmo è sul 43 alto, per via della temperatura più calda. Al nono giro Rea azzecca la staccata buona, sempre quella della prima curva, per mettersi e mantenersi in testa. Al giro successivo un pulitissimo Sykes passa Giuliano. Dietro, la rimonta di Haslam culmina nel sorpasso su Davies. Rea guadagna tanto davanti portandosi a due secondi di vantaggio; Sykes è in difficoltà ( gomma bucata ) e Giuliano lo sorpassa al tornante. Sykes perde terreno: viene passato da Haslam e a pochi giri dalla fine crolla in ottava posizione. Rea non ha problemi e con 5 sec. di vantaggio si aggiudica gara due,un ottimo Giuliano finisce secondo e un consistente Haslam conclude il podio. Rea ha in mano il campionato quasi cinque gare di vantaggio sul secondo: il suo dominio incontrastato continua.

SUPERSPORT: SOFUOGLU RE D’INGHILTERRA, FANTASTICO RYDE

SUPERSPORT RYDE SOFUOGLU

Per la gara di Supersport di Donington Park, le sorprese arrivano dalle wild card locali: tra queste, un giovanissimo Ryde -diciasettenne- con la Yamaha R6 conquista la seconda posizione in griglia tra il poleman Sofuoglu e Cluzel. Dopo il semaforo Cluzel sfila tutti e si porta in testa alla prima curva; al suo seguito Sofuoglu e Ryde. Il giovane inglese non si lascia scappare l’occasione tentare il sorpasso ai fuoriclasse di categoria. In due giri, questo inconsueto terzetto, guadagna un secondo e tre decimi su Zanetti, quarto. Faccani cade e lo fa anche Smith. Ryde non si risparmia ed è un fulmine: 1’30″824, accendendo la lotta per il primo posto. Sofuoglu passa Cluzel,il francese non lo molla e lo riattacca; Ryde non si tira indietro e raccoglie l’invito a lottare infilandosi tra i due. Il turco si rimette nuovamente davanti e i due lo seguono in scia, nel frattempo Zanetti prende fiducia e velocità diminuendo il gap. Ryde è bravissimo a contenere Cluzel in frenata, il francese deve trepidare un paio di giri prima di passarlo, nel mentre Sofuoglu registra un: 1’30″737. Ryde ha dato tutto, non regge più il passo dei primi e viene raggiunto da Zanetti. Cluzel accorcia di poco sulla Kawasaki davanti, ma Sofuoglu mantiene un discreto vantaggio. Cluzel si sforza per raggiungere il turco, nonostante un imbarcata della sua moto, non rallenta e spalanca il gas. Intanto Ryde e Zanetti non si tirano indietro: Ryde si getta a vita persa sui cordoli per chiudere le sue traiettorie, ad ogni curva si scambiano posizioni, è puro spettacolo! Cluzel molla e le due posizioni di testa si consolidano, è solo il terzo posto ora a traballare. Si arriva così all’ultimo giro: Zanetti è nella scia di Ryde nella parte veloce del tracciato ma, non è così vicino da passarlo, nel lento invece, Ryde tira le staccate e chiude le porte all’italiano. Primo Sofuoglu secondo Cluzel e terzo Ryde: che grande risultato per questo ragazzo, speriamo che presto abbia una sella mondiale. Sofuoglu si conferma granitico, la sua moto stabile e la vittoria certa. Il turco è leader indiscusso di categoria!

I TEST PRIMA DELLA TEMPESTA. MOTOGP 2015.

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Piove poco in Qatar, ma quando lo fa, la MotoGp ci va sempre di mezzo. Infatti l’ultimo giorno di test a Losail è annegato in un mare d’acqua.

La Ducati ha sorpreso tutto il paddock, non che a Sepang 2 sia andata male, ma qui nel deserto è stata costantemente in testa al gruppone. Dovizioso e Iannone hanno fatto un ottimo lavoro, su una moto in costante evoluzione. Sulla moto sono rispuntate le “alette aereodinamiche”, simili a quelle che bocciò Rossi per intenderci. Queste garantiscono più deportanza sull’anteriore della moto perciò la gomma viene portata a “lavorare di più”. Dalle prove sin qui viste possiamo dire che questa moto è nata sotto una buona stella, infatti Dovizioso ha siglato il miglior tempo di 1:54.907, ben al di sotto del record del circuito di Stoner del 2008.  Non lontano Marc Marquez (+198 millesimi)  che ha provato le ultime modifiche sulla sua moto (cupolino nuovo) ed a suo dire non si sta esprimendo al 100% su una pista sporca come quella di Losail. Solo nelle qualifiche del GP sapremo quale tempo avrà nel polso.

Le Yamaha sono più attardate, ma l’introduzione del nuovo cambio seamless comporta tempi lunghi di affinamento con le mappature elettroniche. Mezzo secondo Lorenzo, poco più di 6 decimi Rossi. Valentino nel giorno due ha macinato ben 60 tornate.
Altre due frecce blu hanno illuminato il Qatar  e sono le Suzuki Ecstar, di Aleix Espargaro e Maverik Vinales. Nonostante la bassa velocità di punta hanno dimostrato un ottimo comportamento tra le curve del tracciato, facendo sorridere i due piloti, che stanno obiettivamento svolgendo un gran lavoro come tutto il team.

Anche Crutchlow e Redding, unici piloti Honda clienti full factory, hanno migliorato con le rispettive moto, aumentando costantemente il loro feeling con la stessa.

Piccoli progressi anche per i piloti Open: Miller, Laverty e Baz che continuano il loro apprendistato. Le Yamaha Forward però ( Bradl e Baz) hanno girato troppo poco per avere dei riscontri importanti. Petrucci con la Pramac Ducati si è subito piazzato a ridosso della top-ten, mostrando una buona velocità.

Chi fatica tanto è l’Aprilia Gresini. Bautista e Melandri si stanno sorbarcando un lavoro immenso. Sviluppare le Aprilia direttamente sul campo di gara sarà un lavoro lungo e logorante. Speriamo per il marchio italiano che il morale non sia abbatta da eventuali  risultati negativi (Ducati 2013) e che presto si possano avere progressi incoraggianti.

Il 29 marzo si parte e vedremo a chi darà ragione la pista!

 
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Speriamo Lorenzo non si ritiri !

Ultimamente un pensiero mi pervade la testa. Quando Lorenzo si ritirerà, una scuola di motociclismo sparirà per sempre ? Si perchè Jorge Lorenzo è l’ultimo pilota vincente nella top class ad essersi imposto nella 250cc . Certo ci sono anche Dovizioso, Barberà ed Aoyama. Ma Jorge è l’unico che ha una moto competitiva tra i tre, aspettando la Ducati del dovi.

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Però fondamentalmente è lo stile di guida che sta cambiando e cambierà. L’esempio più lampante è quello di Marquez che ha fatto tesoro di alcune tecniche di guida acquisite in moto2 e le ha sviluppate -estremizzate- in motogp.
Lui come Bradl, Redding ed addirittura Pol Espargarò (a cui piace una Yamaha settata come una Honda) hanno introdotto questo stile dell’estremo “spigolare”. Cioè l’arrivare in frenata gia al punto di corda, piegare e subito raddrizzare la moto sfruttando così tutto il motore.
Ho provato a fare un analisi sul perchè accade questo. Partiamo dal motore. Poichè la moto2 è in fin dei conti un mono marca, i piloti si abituano ad una certa risposta dell’erogazione quindi ad un certo comportamento del mezzo.  Gomme Dunlop. Carcassa molto rigida e misura generosa del posteriore: 200 mm .
Una carcassa più rigida ti permette una guida più aggressiva, perchè sopporta bene le frenate profonde senza far perdere il controllo del mezzo al pilota. La larghezza della gomma posteriore, per una moto comunque “piccola”,  fa perdere di agilità e guadagnare di appoggio in curva, quindi poter chiedere un surplus di lavoro alla moto.
Quindi riassumendo, sicuramente la moto2 influisce ed influirà nei piloti che passano alla categoria superiore, toccherà quindi a Miller portarci qualche novità.

Non avendo sottomano una telemetria che possa avallare le mie tesi sarei curioso di sapere cosa, per voi, influisce lo stile di guida in motogp e quanto la moto 2 sia responsabile di ciò. Al prossimo giro, laps.

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