WSS: prima gara e prima vittoria per Krummenacher

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Anche per la categoria intermedia della Superbike, Phillip Island, promette spettacolo. Una categoria diversa dal solito perchè c’è stata l’unione tra la Supertstock 600 e la Supersport. Questa unione ha significato un livellamento tecnico verso il basso con un elettronica meno evoluta rispetto al mondiale degli anni passati. La verità è che l’unione delle due categorie ha messo assieme un pacchetto di spettacolo che in Australia ci ha fatto davvero divertire.
Questa nuova categoria ha visto l’innesto di tanti nuovi piloti provenienti dalla Stock600 e 1000, come anche ingressi celebri dalla Moto2 come Krummenacher e per l’occasione, come wild card, anche West, il canguro acquatico.
Pirelli per questa gara ha portato una gomma posteriore da 190 mm rispetto all’usuale 180, questo, perché i veloci curvoni del tracciato avrebbero surriscaldato la gomma più stretta. Da subito velocissimo Caricasulo, la sua Honda è tra le migliori. Davanti a tutti è sempre Sofuoglu a primeggiare, segnando la pole di gara. I nuovi arrivati si fanno subito vedere perché dopo lo start si portano nelle posizioni che contano, ma sotto il controllo di Cluzel e Sofuoglu. Caricasulo si porta immediatamente in seconda posizione mentre Pj Jacobsen guida la gara, ma alla curva nove vengono tutti infilati da sua maestà Sofuoglu. Cluzel, nel frattempo, è già avanzato di diverse posizioni, -partiva in terza fila- sul rettifilo del circuito passa tutto il gruppo e si infila per primo nella curva; dietro di lui: Krummenacher, Jacobsen, Sofuoglu e Caricasulo. Ad unirsi alla lotta di testa arriva anche West. È una gara dai continui avvicendamenti al comando e che si attesta con un passo momentaneo di 1’34” alto; il più veloce è Zanetti: 1’34”152 per lui. Cluzel torna primo, incalzato da West, Sofuoglu è terzo. Al giro successivo Cluzel viene passato sul rettilineo, lui vuole rispondere entrando velocissimo in curva, ma qualcosa va storto. Forse non riesce ad inserire la marcia e perdendo l’attimo giusto esce fuori pista, cadendo e perdendo di fatto la gara. Non va meglio al suo compagno di team Zanetti, dopo un contatto con Caricasulo, cade e non riesce più a ripartire. Un giro fatale per il team MV Agusta. A trarre vantaggio da tutto ciò è Sofuoglu che allunga in testa. Riesce a creare un gap di circa sei decimi, dietro di lui un gruppetto di sette piloti, mentre qualche goccia di pioggia cade in pista. Il vantaggio di Sofuoglu sale a più di due secondi e Krummenacher decide di andarlo a riprendere. Per il terzo posto sono Caricasulo e West a darsi battaglia. Proprio sul momento migliore del turco, ecco l’inaspettato: in piena piega destra la moto gli parte in lowside lanciando il pilota nella ghiaia. Il pilota dirà di aver sentito un’esplosione, dalle immagini si nota un grave effetto di blistering della gomma e nelle foto della caduta, si nota, come il copertone si sia stallonato. Con i favoriti per la vittoria fuori gioco è di Krummenacher l’occasione di poter vincere la gara. La battaglia vera è alle sue spalle con West e Caricasulo in continua bagarre, così incessante che Jacobsen , Baldolini, Gamarino, e Rea si portano a loro vicini e si fanno pericolosi. Giro finale: West e Caricasulo continuano a darsene di santa ragione, anche Jacobsen vuole essere nella bagarre e passa il pilota italiano, questi lo ripassa all’esterno senza paura. Sono le ultime curve, West esce per primo dalla dodici ma, Caricasulo è la sua ombra, gli prende la scia, lo sorpassa e per 2 centesimi passa secondo sul traguardo. Che finale al fotofinish. Una gara avvincente quella di questa nuova Supersport. Alla prima gara abbiamo i due favoriti per la vittoria a terra e ben due esordienti di categoria sul podio. Krummenacher primo e in testa al mondiale; Caricasulo alla prima tra i grandi ha avuto una personalità ed una grinta da senior e West, con una moto allestita in una settimana, è arrivato a podio. Se questi sono i presupposti, l’antipasto della SBK, promette piatti gustosi.
 

SBK Gara1: ritorna il mondiale e vince il campione, Rea sempre primo!

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Tra test e prove, previsioni e scommesse, in SBK la certezza è solo una: Rea costantemente sul primo gradino del podio. Non è stata una gara facile per lui, non una in stile prima metà 2015 per intenderci, dove andava via e seminava gli altri. Per metà gara sono  stati in nove lì davanti, per poi ridursi a quattro ed infine a tre piloti. E’ stata una gara di battaglia senza fughe solitarie, come nelle migliori tradizioni di Phillip Island. Andiamo a riavvolgere il nastro della gara. Pronti via e sono le due Kawasaki a portarsi in testa: Sykes, partito in pole, seguito da Rea e Giuliano. Davies è il pilota che parte meglio di tutti: ottavo allo start ed in meno di un giro è quarto dietro il suo compagno di team. Sembra una gara a squadre poichè dietro le Kawasaki e le Ducati sono i team di Honda e Yamaha ad occupare le posizioni successive; straordinario Savadori che chiude il gruppetto di testa in nona posizione. Il più vivace nei primi giri è Van der Mark che immediatamente punge e passa le Ducati sebbene Davies e Giuliano lo riportino alle loro spalle non senza difficoltà. Anche tra i due compagni di squadra del team Aruba Ducati non si risparmiano sorpassi un po’ al limite. Ci è mancato molto lo spirito SBK dei piloti durante la lunga pausa! Al settimo giro ecco Rea balzare in testa, Giuliano approfitta della manovra e passa anche lui Sykes. Il pilota inglese, dopo questi sorpassi, sembra perdere la concetrazione ed infatti subisce il passaggio anche di Davies, Van der Mark e Hayden.  Van der Mark  strapazza la sua moto  nei cambi di direzione per chiudere il gap con i primi. Non sappiamo se Giuliano si sia confrontato con  Stoner su come sorpassare in Australia, fatto sta che Giuliano nell’ultimo curvone del tracciato si infila interno passando Van der Mark e Davies; pauroso. Rea detta il passo e tutte le posizioni cambiano a dispetto della sua poichè è sempre al comando. Il gruppo si sfilaccia un po’: Savadori si allontana e lo stesso vale per le Yamaha e Hayden. Sykes sembra ritrovarsi e lancia l’attacco alla rincorsa dei quattro davanti: Rea, Davies, Van der Mark e Giuliano. A cinque giri dalla fine, Rea, rompe gli indugi e abbassa il tempo sul giro aumentando il ritmo della gara, Van der Mark segue l’esempio e segna un 1’31″469 record della gara momentaneo. L’olandese di Honda nel primo settore mantiene una velocità raggurdevole e Davies riesce a contenerlo solo grazie alla sua staccata. Giuliano si stacca un po’. Forcing finale: Rea spreme la Kawasaki, Davies comincia ad intraversare la sua Ducati e a chiedere tanto alla gomma anteriore oramai esausta, Van der Mar fa il funambolo. Ultimo giro: solo alla curva nove Davies riesce a mattere il naso davanti a Rea, ma solo per pochi metri, perchè subito ripassato. Siamo alle ultime curve: Davies è letteralmente incollato a Rea, ma la linea del traguardo è troppo  vicina e Davies non riesce ad attaccare la scia. Primo Rea, secondo Davies, terzo Van der Mark. Ottimo Giuliano, quarto, segnando proprio all’ultima tornata il suo cronometro migliore e poi Sykes e Guintolì. Grandioso setimo posto per la MV Agusta di Camier che finalmente chiude nelle posizioni che contano. Nel finale cade Reiterberger.

Come è finita la stagione scorsa così si riapre la 2016, non parlo strettamente dei risultati, ma delle forze viste in campo: Rea e Kawasaki sono sempre i primi della classe e le Ducati inseguono, Sykes si è perso nuovamente dopo pole e sprint iniziale. Le Honda sono state le rivelazioni di gara, ma aspettiamo i round sucessivi prima di esprimere un giudizio, Phillip Island  è una pista particolare dove il potenziale di moto e pilota non rispecchia sempre quello stagionale. Aggiungo solo un ultima cosa: bentornata Superbike, ci sei mancata davvero tanto e forse anche tu sentivi la nostra mancanza visto che hai anticipato al sabato, regalandoci una gara spettacolare.

foto by: worldsbk.com

MOTO3: CADONO IN TANTI E VINCE OLIVEIRA

CADONO TUTTI VINCE OLIVEIRA

Le cadute fanno parte della crescita: che siano fisiche o morali l’obiettivo è sempre quello di rialzarsi, l’unica differenza è che in moto spesso ci si fa male e le cadute nel GP di oggi sono state veramente troppe. Diciannove piloti al suolo sono troppi. E’ vero che in Moto3 anche un errore singolo può innescare una carambola, perchè si va sempre in gruppo e al limite, ma se si cade, punti non se ne fanno. Vittime illustri: a partire dal poleman Mcphee a Kent passando per Bagnaia. Certo che vedere 8 ragazzi che si infilano all’unisono in una curva da duecento all’ora è puro spettacolo per tutti. Chi esce primo dalla curva finale si ritrova quarto all’ingresso della prima. Antonelli partito 18° in pochi giri è 8°. Bagnaia, che sta guidando benissimo, arriva troppo lungo alla frenata del tornante e mette di traverso la sua Mahidra, arriva con l’anteriore a toccare Kent e l’italiano conclude nella ghiaia la sua gara. Kent dopo il contatto si trova in bagarre con Antonelli, Bastianini e DallaPorta. Quando l’inglese chiude la corda per raccordare il curvone, taglia la strada ad Antonelli che colpisce l’inglese innescando un incidente con dinamica da high side, cioè, facendo volare in aria il pilota Leopard. Anche Bastinini e DallaPorta rimangono vittima dell’incidente. Le speranze italiane di vittoria rimangono nel podio di Fenati, che è quarto assieme a Vasquez, Oliveira e Binder. I KTM ufficiali sono i migliori del quartetto e si alternano in testa. Quello che non è riuscito a nessun pilota sin ora riesce ad Oliveira, all’ultimo giro, riesce ad essere tanto veloce da prendere abbastanza margine per non lasciare abbastanza scia ai piloti dietro di lui e non venir superato. Vittoria per il portoghese, che mina seriamente i sogni di gloria di Kent, anche se ha ancora margine, ma che ad ogni gara si assottiglia sempre di più. Vasquez secondo e terzo Binder.

MOTOGP: MARQUEZ, IANNONE ED IL GABBIANO

AUSTRALIA MARQUEZ VITTORIA

Per quanto mi riguarda, le tappe asiatiche del mondiale le potrebbero ambientare tutte a Phillip Island, perchè è una pista emozionante. E complessa per la messa appunto della moto; vero è che per sfruttarla al massimo bisogna avere un gran motore, ma in MotoGp i cavalli non mancano. Questa pista, che si tuffa nell’oceano, esalta la tecnica di guida: ricordiamo i traversi in uscita di Stoner (padrone assoluto della pista) e Melandri. Oggi è il giorno di Lorenzo e Rossi, ma Marquez è lì pronto a rubare punti a tutti. Della festa è anche Iannone che, a differenza di Dovizioso, è competitivo e parte dalla prima fila. La gara si accende subito ed è uno spettacolo dal primo all’ultimo giro. Iannone, Lorenzo, Marquez e Rossi sono di un altro pianeta. Girano per tutta la gara sotto il minuto e trenta. Lorenzo parte a bomba, seguito da Iannone che viene disturbato da un gabbiano: sì proprio un gabbiano, il volatile, prende il volo troppo tardi e viene preso in pieno da Iannone. Risultato: gabbiano stramazzato, foro sulla Ducati e Lorenzo che conquista la prima posizione. Lorenzo prova come al suo solito la fuga, ma il suo distacco non va oltre i due secondi. Tra Rossi e Marquez è pura battaglia: Rossi entra sempre in maniera chirurgica, Marquez si difende in uscita. Quando i due sorpassano Iannone il ducatista li brucia sul rettilineo, con la formidabile accelerazione del nuovo motore. Rossi infila l’italiano al tornante Honda e si rimette davanti. La gara è un insieme di sportellate tra i quattro. Marquez rompe gli indugi e allunga per recuperare su Lorenzo. Quando lo spagnolo di Honda ha strada libera, mangia decimi preziosi al 99 Yamaha. La rivalità tra due piloti è qualcosa che nasce dal profondo, si da quando si gareggia nelle classi minori, perchè si cresce l’uno al fianco dell’altro. Questo vale per Iannone e Marquez. quando l’italiano è in condizione e vede lo spagnolo davanti si incendia e noin molla nulla. Difatti Andrea all prima staccata svernicia nuovamente Marc. 27 giri sono quasi volati via, a sei dalla fine Lorenzo comanda, seguito da vicino da Iannone Marquez e Rossi. Marc vuole vincere e al tornante Honda tira una staccata furiosa, dove infila Iannone. Rossi passa Iannone con un ingresso millimetrico e la scena si ripete: Iannone di nuovo dietro ai due. Sul rettilineo oramai i pluricampioni del mondo si difendono bene dal 29 Ducati, e lui sbalordisce tutti: approfitta della bagarre Rossi Marquez che arrivano leggermente lunghi perchè Valentino passa il 93 quindi Iannone infila Marc interno e poi vola all’esterno di Rossi un sorpasso da cineteca, poichè troppo bello, lascio la parola alle immagini: http://www.motogp.com/en/videos/2015/10/18/iannone-s-sensational-double-overtake/187557

Iannone non è al sicuro perchè Marc si è messo in testa di vincerla questa gara, quindi ripassa Vale e Andrea e si porta in scia di Lorenzo, Jorge ha ben 9 decimi di vantaggio sul 93, ma Marc è capace di girare in: 1’29″280, ben sette decimi più forte di Jorge, che non riesce a resistere al suo sorpasso. Marquez vince di prepotenza la gara più bella del 2015. Lorenzo secondo e Iannone terzo; quarto Rossi. Lorenzo arriva a meno 11 punti grazie a questa gara con due Gran premi da disputare. Il mondiale è al suo apice. Marquez ora pensa solo ad andare più forte che mai rovinando la festa ora a Vale e ora a Jorge; se poi si aggiunge anche Iannone ecco i fuochi d’artificio. Grazie ragazzi il sonno perso è stato ripagato.

Video e foto by: motogp.com

Il video lo si può trovare anche qui: https://www.facebook.com/Bikes-Chattering-430307650504082/

WSS nel segno della MV Agusta. Cluzel imprendibile. Sofuoglu rovina tutto.

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Non capisco perchè nelle repliche di mediaset non ci sia stata la gara di Supersport. Gara ricca di temi e sopratutto di piloti veloci. Partiamo dalla fine. Due fulmini argento-rossi sono stati i protagonisti indiscussi della gara. Jules Cluzel ne ha preso la testa subito e nessuno ha potuto impensierirlo. Ci ha provato il suo compagno di squadra Zanetti, che dopo esser partito male ha recuperato il gap, ma non è riuscito nel sorpasso decisivo. Cluzel ha mantenuto un passo sull’1’33″alto. L’Mv Agusta si conferma non solo la moto più bella dela categoria, ma anche la più performante, almeno in Australia.
Dopo i due piloti della casa italiana si è arrivato Gino Rea. Da notare come gli ex Moto2 Gino Rea e Wilairot hanno corso una bella gara. Alla luce di questo una riflessione sorge spontanea. Quali sono i reali valori dei campionati? Piloti di talento con delle moto non competitive nel motomondiale o il livello più basso in supersport? Secondo me in moto 2 fa tantissimo la moto ed il team quindi propendo la prima ipotesi. Kyle Smith, in sella alla Honda Pata, non ha sfigurato nella sua prima gara di categoria e ha regalato agli spettatori una dose di sane derapate che non fanno mai male al nostro sport. Lui e Gino Rea, all’ultimo giro, hanno dato vita ad un duello spettacolare con tre sorpassi in una sola tornata.
Il racconto della WSS potrebbe finire qui, ma non senza parlare di Kenan Sofuoglu. Le gare, lui, le potrebbe vincere tutte, se non peccasse a volte di scarsa concentrazione e la moto di affidabilità. Quello che è successo a Phillip Island è però rimarcabile. Lungo in frenata al quinto giro, quando era terzo, è tornato in pista diciannovesimo, ma ha chiuso la corsa al sesto posto segnando il tempo sul giro più veloce in gara. Simile alla rimonta di Biaggi in gara 2 nel 2012 sempre qui in Australia.

Una grande categoria la WSS che merita sicuramente tanta attenzione e che ci farà divertire per tutta la stagione.

Foto by: http://www.worldsbk.com

Si riparte !

Dicono che il 19 gennaio sia il giorno più triste dell’anno. E quello 2015 è stato addirittura un lunedì, posso solo immaginare il morale collettivo ai minimi storici. Ma secondo me, il lunedì più triste dell’anno è un altro. Viene molto dopo rispetto al blue Monday precisamente a novembre. Non è una data precisa, ma è sempre un lunedì precisamente il lunedì dopo la gara del motomondiale di Valencia. Ultima tappa della stagione.

Quando il mattino seguente alla gara un pensiero ti pervade la testa. E’ tutto finito, le domeniche diventeranno noiose.  La grinta dei sorpassi, il pathos prima della partenza, il weekend che passa dalle prove alle qualifiche e ci saluta con la gara. No, nulla è come le corse. Anche i piloti la pensano così.

I giorni passano, le giornate si accorciano ed il tempo peggiora. Arriva Natale. Gennaio dà il primo scossone con la Dakar e pazientando ancora ci si ritrova ad una sola settimana dal via di un nuovo mondiale. Si una settimana, tra sette giorni il primo antipasto sarà servito dalla SBK a Philipp Island. E che antipasto! La gara inaugurale in uno dei più  bei circuiti del mondo, quelli che almeno una volta nella vita bisogna andarci. Come il tracciato del mountain dell’isola di Man.

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Purtroppo, la prima brutta notizia il campionato SBK già l’ha data. Il round russo è saltato anche quest’anno. Personalmete, non mi dispiace poichè il tracciato non è tra i miei favoriti, ma purtroppo sempre più di frequente i round del mondiale saltano e ciò non depone a favore della serietà della SBK. Ritrovarsi nelle condizioni del 2014 con 100 punti in meno assegnati che avrebbero potuto rimescolare  i valori in campo.

Adesso però siamo pronti a ricominciare. Nei link ci sono le date del mondiale SBK  http://www.worldsbk.com/it/calendario  e quelle del motomondiale http://www.motogp.com/it/calendar+circuits .

Mettiamo in moto la passione. Controllate le frequenze del vostro digitale, se vi necessita procuratevi un paio di cuffie per la nottata australiana. Ma sopratutto siate felici perchè il periodo più bello dell’anno è ritornato.

Foto by: http://www.parlandodisport.it